Il Principe di Homberg ovvero il dramma della contraddizione.

Von Kleist fronteggiava il disagio della propria inettitudine pratica e la pigrizia del proprio momento storico: da un lato, dunque, egli si urtava contro la coscienza di poter essere un grande poeta e il timore di non riuscire ad esserlo. Composto tra il 1809 e il 1810, un anno prima di suicidarsi, cioè di darsi "la più splendida e voluttuosa delle morti...così gioiosa e indicibilmente serena", il Principe di Homberg rappresenta il coronamento della vita e dell'opera del grande autore tedesco, e costituisce, ad un tempo, una delle massime espressioni della letteratura drammatica di ogni epoca. Nella vicenda dell'impetuoso e travolgente principe che, disobbedendo agli ordini, scatena la cavalleria e la conduce alla vittoria, e accetta poi la condanna a morte che la sua disobbedienza gli ha sentenziato nel nome di un superiore principio d'ordine, si legge tutta la vicenda del poeta stesso e della sua incapacità di uniformarsi alle leggi vigenti e alle esigenze della vita di tutti i giorni. Kleist, al pari di Homberg, si riscatta soltanto accettando l'opportunità della propria cancellazione dalla faccia della terra e da quell'umanità che non stima. Ma mentre Homburg, dopo questo atto sublime ed eroico, viene salvato dalla grazia sovrana nel nome forse della ragion di stato, Kleist trova il suo premio nella serenità interiore che ora, liberato da ogni miseria, gli consente di scrivere questo straordinario capolavoro e di realizzare pienamente se stesso in questo attimo fuggente. Il parallelismo tra Kleist autore e Homburg opera si delinea in modo chiaro e ricorrente ogni volta che si ha il piacere di assistere alla rappresentazione di questo lavoro singolare, in cui il dramma della contraddizione emerge nel trionfale susseguirsi della suggestione dei suoi episodi.
Casalino Pierluigi, 20.06.2014