L'origine del pensiero scientifico nell'antica Grecia e i suoi riflessi nella politica.

Il VI secolo a.C. vide l'inizio del pensiero scientifico greco, e sarebbe lecito aspettarsi che questo conducesse a porre più scientificamente anche i problemi politici. Ma le teorie cosmologiche dei primi filosofi sono chiamate "scientifiche" perché non più basate sul mito antico e su agenti soprannaturali, non già perché riposino su un nuovo metodo razionale applicabile anche in altri campi. Si può naturalmente osservare che la parola "arché", il principio, la causa prima, che la scienza primitiva cercava di identificare, fu anche usata nel senso di autorità, carica dello Stato. Ma per quanto interesse possano presentare i cambiamenti semantici di "arché", "archestai" e via dicendo, non ci danno alcuna indicazione su eventuali rapporti fra fisica e politica. D'altra parte, verso la fine del VI secolo almeno due dei dei filosofi del tempo pensavano ai problemi della vita politica, e debbono quindi trovare posto accanto a Solone e agli altri sapienti e poeti come esponenti del pensiero politico. Essi sono Pitagora ed Eraclito: poco importa se la matematica e l'armonia del primo e la fisica del secondo abbiano avuto o meno qualche effetto sulle rispettive teorie politiche. Di per se stessi, né il metodo aritmetico dell'uno, né il fluire perpetuo dell'altro servono di fondamento ad alcuna politica.
Casalino Pierluigi, 22.06.2014