Marinetti un genio per oggi

Il mito futuristico della velocità si coniugò con l'inno alla trasgressione, con la sfida al conformismo, con la scelta di rottura. Apparente disequilibrio, ma sostanziale gesto di audace slancio verso il domani. Se è vero che il domani ci avvicina alla morte e l'ansia di futuro rischia davvero di travolgere i suoi figli, è anche vero che Marinetti resta un eroe di sempre, una lotta alla viscida vigliaccheria di chi si accontenta, alla rozzezza di chi impone fardelli di oscurantismo. Marinetti non fu esente da colpe, perché non sempre comprese i limiti del suo tempo, ma riuscì comunque ad anticipare la grande stagione cosmica delle esplorazioni spaziali, recuperando lo spirito di Jules Verne che seppe sapientemente coniugare con la verve di Voltaire. Non fu Marinetti un uomo dei Lumi, dal momento che scelse la creatività come forza trainante della stessa cavalcata della scienza, nella quale identificò l'insopprimibile desiderio del'uomo di trasvolare le diverse dimensioni dei mondi. La tragica palude del senso comune non fu cosa da Marinetti, e così non è cosa da Marinetti l'attuale stagione di sonno della ragione. La ragione di Marinetti non fu quella classica aristotelica o post-aristotelica, ma fu una ragione esplosiva, pervasa da un inquietante senso critico, quel senso critico che gli farà preferire i media moderni al ripiegarsi della stanca recitazione della cultura dell'Ottocento. Anche per questo Marinetti è un genio per oggi.
Casalino Pierluigi, 14.01.2015