TUNISIA TRANSFUTURISTA OVVERO LA RISCOPERTA DI MARINETTI

I risultati delle presidenziali dello scorso dicembre, con la vittoria del candidato laico Essebsi hanno aperto una fase nuova nel corso politico e sociale della Tunisia, riprendendo il filo democratico interrotto con la deposizione di Bourghiba nel 1987. Alle vicende politico-istituzionali e ai rischi di agguati fondamentalisti sono collegati anche i movimenti intellettuali e d'avanguardia del paese nordafricano, che vanno oltre il dato contingente dello sviluppo economico e civile per inserirsi nella grande rivoluzione della modernità che investe comunque piaccia o no tutto il mondo arabo. Esperienze artistiche e scelte di sfida alla tradizione, nel solco di un processo che non si è mai interrotto. Una contestazione al sistema culturale che sfugge in Occidente, nonostante che la Tunisia si "naturaliter" vicina all'Italia e all'Europa. Coraggio, ribellione, insofferenza a regole soffocanti e soprattutto un insopprimibile desiderio di libertà animano le nuove élites intellettuali tunisine. Sentimenti simili furono portati drammaticamente alla luce del mondo in occasione della dissacrante manifestazione di libertà sessuale della giovane Shoui Amina, la ragazza che nel 2013 pubblicò su Facebook una foto a seno nudo che fece il giro del mondo. Sul torace aveva scritto:"Il mio corpo mi appartiene". La critica al bigottismo tradizionale e la voglia di esperimenti di natura futuristica, inneggianti alla forza irresistibile del progresso racchiudono, paradossalmente caratteristiche marinettiane: di quel Marinetti che appunto nacque sul suolo nordafricano, in quell'Egitto che viveva una splendida età di dialogo e di laicità pluralistica e cosmopolita. Sentirsi chiedere da parte di qualcuno quale fosse il senso del Manifesto di Marinetti sorprende davvero. Sembra di leggere sui volti tunisini i segni di una nuova rivoluzione che non guarda al passato, ma al futuro. E la riscoperta e lo studio dell'onda futurista in chiave attuale sembra essere in molti punti omogenea con la spinta trasgressiva dell'intelligenza tunisina. Una testimonianza, dunque, che coinvolge energie e speranze nella prospettiva di un cambiamento non marginale della società tunisina. L'avanguardia e le arti recepiscono volontà di rottura con un passato stagnante, pur nel contesto di una condizione più favorevole rispetto ad al altri paesi arabi. La controrivoluzione religiosa sembra, nelle coscienze, segnare il passo unitamente alla diffidenza verso i cattivi maestri del radicalismo religioso. Ne è prova il rifiuto anche da parte dei religiosi di modelli che si oppongono alla miglior tradizione di tolleranza della Tunisia. Un esempio fu l'aiuto che l'Islam ufficiale tunisino diede ai fratelli ebrei durante l'occupazione fascista durante la Seconda Guerra Mondiale.
Casalino Pierluigi, 25.01.2015