Editoriale "Le parole sono importanti" di silvia pasqualotto "Le parole sono importanti", urlava arrabbiato Michele Apicella contro la giornalista che si esprimeva per luoghi comuni nel film di Nanni Moretti "Palombella Rossa". Lasciando da parte la rabbia, forse eccessiva, del povero Apicella, è interessante però riflettere sul messaggio: l'importanza delle parole. Parlare bene la propria lingua non è affatto scontato. E non lo è nemmeno farsi capire dagli altri. Capita, infatti, molto spesso che la lingua che parliamo diventi estremamente settoriale, limitata, povera anche. Questo succede, ad esempio, a chi fa dei lavori altamente specializzati che costringono, per necessità di precisione, a usare una terminologia tanto tecnica quanto difficilmente comprensibile per chi è esterno a quel mondo. In questa categoria rientrano sicuramente i legali di libero foro. L'italiano che si legge nei testi giuridici sia dal punto di vista dei termini usati che da quello sintattico - cioè della costruzione della frase - non è quello che si parla abitualmente. Nel linguaggio giuridico si usano, infatti, locuzioni ed espressioni che nella lingua viva sono state completamente abbandonate. E gli in house che lingua parlano? I legali d'azienda stanno a metà del guado. Conoscono il linguaggio giuridico più tradizionale ma lo usano sempre meno. Il motivo va cercato nella caratteristica stessa della loro professione e del loro ruolo: garantire il rispetto della legalità in tutte le funzioni e i settori aziendali. Va da sé che per fare questo un giurista d'impresa deve parlare con i propri colleghi e, soprattutto, farsi capire da loro. Alcuni in house vedono questo fatto come un limite, una mancanza. Altri invece sono più consapevoli del fatto che il rispetto delle regole passa anche dalla chiarezza con cui queste sono state scritte e spiegate alle persone. Solo per fare un esempio, qualche mese fa nel corso di un convegno sulle piccole e medie imprese italiane è emerso che, secondo gli imprenditori italiani, la prima causa dell'illegalità nel nostro Paese, è la complessità delle leggi e, soprattutto, il loro essere incomprensibili. Cercare di tradurre concetti complessi con parole più semplici è un compito difficile ma necessario. La legge non è infatti un patrimonio personale ed esclusivo di una singola categoria di professionisti, ma appartiene a tutti i cittadini. In questo senso il lavoro quotidiano di semplificazione fatto dai tanti professionisti in house potrebbe, con il tempo, aiutare far passare l'idea che, soprattutto quando si parla di leggi, le parole sono davvero importanti. | |