Futurismo: Gli Intellettuali italiani postvirus (Una Nave dei Folli)

PostVirus, al di là del virus, purtroppo reale, al di là della gestione discutibile (se non peggio) ad esempio in Italia, tra gli effetti psicosociali, già facilmente inferibili, spicca culturalmente il ruolo degli Intellettuali  italioti...  Già molto discutibili  anche previrus, il già conclamato e da decenni  degrado e mediocrità, ideologici o meno, il virus in controluce ha amplificato al massimo tutti i bachi  anche dei presunti esperti del pensiero: fin dall'inizio .. dei famigerati decreti Conte (ma al posto di Conte probabilmente davvero uno vale ..tutti anche per  certa opposizione).
In un battibaleno anche gli intellettuali hanno serenamente o tristemente (secondo loro carattere dominante nella peggior retorica dei cattivi e banalissimi maestri)  accettato gli arresti domiciliari per un popolo intero. 
E, tranne pochissimi, perseverano tutt'oggi, molti persino continuano a sproloquiare sul migrantsmo e il terzomondialismo, sulla Resistenza e sulla Costituzione, magari anche sul dominante ambientalismo luddista o sul solito genderismo eccessivo e patologico.  Ignorando clamorosamente la loro palese posizione oltre che ideologica parossistica in questi casi letteralmente schizoide, in quanto la privazione in realtà anticostituzionale della democrazia e della libertà, fin dal primo decreto Conte, era ed è l'esatto contrario  di principi della Costituzione, della Resistenza non ideologica e della Democrazia!
Qualche supposto Marxista  si è ulteriormente accorto dell'incredibile disinformazione planetaria! e della vacuità e ipocrita (visti appena i Tesori del Vaticano ecc.  il primo Trust industriale...il Vaticano diceva mio nonno vero comunista a suo tempo) del Pontefice?
Qualche supposto progressista  si è accorto del livello tipo buco nero e senza ritorno dell'intera classe politica italiana?
Quasi ovunque l'Intellighenzia, supportati.. dal parallelo ulteriore degrado dei media, sebbene neppure il Re Nudo, ma persino qualsivoglia Imperatore, gli INTELLETTUALI sono ciechi più dei non vedenti autentici. 
La storia li ricorderà come il pozzo senza fondo intellettuale del nostro tempo.
Un poco meglio la Rete, nonostante tutto e il monopolio di Facebook che ha trasformato da tempo la tecnonarchia e il brainstorming esperimento mondiale dal basso originari e origianali di Internet in  una troppo spesso Nave dei Folli alla Bosch perenne, ma nei fatti poca cosa per cambiamenti concreti off line: paralllelamente all'esaurirsi stesso di tante e troppe netavanguardie emergenti nel primissimo duemila. Gli Intellettuali...hanno persiino trasformato la Nave dei Folli, in Una Nave di extracomunitari  , loro stessi i passeggeri illegali e infetti!
Insomma, diventa noioso anche dilungarsi. Il medioevo prossimo venturo era già il virus culturale e mediatico (oltre sia ben  chiaro politico politik) anche già prima,  dopo il virus è una certezza per qualsiasi propellente propulsIvo  socioculturale e sociomediatico: resta, ma si è appena visto che non tutte le scienze - come la Virologia-  non sono esatte nè- almeno. in-esatte,  la solita utopia scientifica di cui si vagheggia dal primo novecento, pure lo zeitgesit dominante ancora molto di più prIvilegia non la conoscenza e l'immaginazione non banale e retorica, ma il primitivismo e (eufemismo) la mediocrità.
Ciò non toglie che è  assai più grave e pericoloso il ruolo di supposti intellettuali, radical chic più reazionari dei veri reazionari (come da decenni l'ex sinistra progressista) o radical droite, magari taluni più evoluti ma nei fatti solo dei Don Chishiotte, che del popolo populista o meno  che ...devono sopravvivere mentre gli intellettuali più noti  nonostante il virus e le sue micidiali anche conseguenze economiche, prendendolo anzi a "pretesto" cercano solo con il loro silenzio cosmico o persino apologia dello Stato Terapeutico (e magari poi si scoprirà Stato ecoterapeutico, tanto per completare il capolavoro con il luddismo suicidale di certo ambientalismo) per salvaguardare  neppure il celebre particulare del Guicciadini (archetipo vivente di quausi tutti gli intellettuali) ma il proprio mero sopra-vivere  autoreferente, alienato e disumano!
(R.G.)