Angelo Giubileo: Helgoland di Carlo Rovelli

 
Da: Angelo Giubileo <


Confesso di aver letto l'ultimo saggio del noto fisico Carlo Rovelli tutto d'un fiato. Non sono un fisico, ma un filosofo, e come tale mi sono sentito chiamato in causa dallo stesso Autore nella sua stessa opera. Tralascio pertanto ogni considerazione sul "significato" quantistico di ciò che chiamiamo "realtà". Vi consiglio di leggere il saggio! E tuttavia, aggiungo che circa due anni fa ebbi innanzitutto l'onore di chiedere direttamente a Zoltan Istvan cosa lui pensasse sia ciò che chiamiamo "coscienza". Nel saggio di Rovelli, a me sembra (è sempre bene essere dubbiosi!) intendersi quale corrispondenza tra l'informazione già presente nella mente (dell'osservatore) e l'informazione che arriva all'occhio (dell'osservatore medesimo). In dettaglio, l'Autore scrive: "... La maggior parte dei segnali non viaggia dagli occhi verso il cervello: viaggia in senso opposto, dal cervello verso gli occhi". Così che, sotto la lente della meccanica quantistica, la scienza e la conoscenza di millenni, simboleggiata dall'"occhio di Ra", si rivela infondata. E ancora: "Se viene rilevata una discrepanza fra quanto il cervello si aspetta e la luce che arriva agli occhi, solo in questo caso i circuiti neurali mandano segnali verso il cervello, cioè non viaggia (ndr.: ah, quanto appropriata è ancora l'immagine mitica relativa ai mal-intesi "viaggi degli dei"!) l'immagine dell'ambiente osservato, ma solo la notizia di eventuali discrepanze rispetto a quanto il cervello si attende". 
Questa è soltanto un'anticipazione di ciò che attende il lettore. Quanto all'incipit, valga la dedica stessa dell'Autore: "A Ted Newman, che mi ha fatto capire che non capivo la meccanica quantistica". 
Grazie Carlo Rovelli ! Buona lettura a voi tutti!