Contro il catastrofismo ecologico.. per un' ecologia scientifica by Insider Over
Il recente rapporto dell'Ipcc, il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, un colossale lavoro portato avanti da 234 autori con oltre 14mila citazioni, segnala che la sfida ambientale è la grande questione dei nostri tempi.
L'aumento della temperatura terrestre, l'innalzamento del livello dei mari, lo scioglimento del permafrost, l'acidificazione degli oceani, la crescita in termini numerici e in frequenza di fenomeni climatici estremi di varia natura sono collegati a un mutamento globale innegabile su cui è ormai accertato abbiano influito secoli di attività umana. Certamente complici dell'accelerazione nell'innalzamento dei mari (da 1 a oltre 3 millimetri l'anno all'inizio del XXI secolo) e del picco di concentrazioni di anidride carbonica nell'atmosfera da due milioni di anni a questa parte.
L'analisi dell'Ipcc ha prodotto forti risposte emotive sul fronte mediatico e politico. Portando una serie di commentatori a sottolineare il fatto che saremmo vicini al punto di non ritorno, a una singolarità oltre cui la Terra finirebbe inghiottita dall'Apocalisse climatica. Strana eterogenesi dei fini che da analisi scientificamente approfondite ed accurate arriva a profezie funeste. Inversione della grammatica della società della competenza per cui alla responsabilità umana (che c'è) sul cambiamento climatico non è consentito affiancare un discorso sulle capacità realistiche delle società moderne di farvi fronte. Nella consapevolezza che, specie sul fronte delle emissioni, la decarbonizzazione potrà produrre effetti nell'arco di più decenni.
"La Co2 è un gas assai stabile", nota Il Foglio: "il 60% del gas emesso rimane in atmosfera vent'anni, il 55% ci resta un secolo e il 15%, addirittura, un migliaio di anni". Insomma, l'anidride carbonica che c'è è destinata in larga misura a rimanervi e non a caso "fissare l'attuale stock di Co2 in atmosfera" è l'obiettivo di fondo di queste politiche, che come avvertito dal fisico ed ex sottosegretario dell'amministrazione Obama Steven Koonin nel suo recente saggio Unsettled, non possono darsi intenti palingenetici. E devono partire dal presupposto che ogni modellizzazione fatta oggi, in tema climatico, può cambiare nel tempo. "Fisico con straordinario background di analisi quantitativa" Koonin, sottolinea Il Sussidiario, nel suo saggio ricorda che "il metodo d'indagine dell'evoluzione del clima poggia sul climate computing", che genera modelli di simulazione estremamente complessi immagazzinando dati di diversa provenienza che vanno però continuamente aggiornati e ricalibrati sulla base dell'avanzamento tecnologico e delle conoscenze del mondo.
Il recente rapporto dell'Ipcc, il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, un colossale lavoro portato avanti da 234 autori con oltre 14mila citazioni, segnala che la sfida ambientale è la grande questione dei nostri tempi. L'aumento della temperatura terrestre, l'innalzamento del livello dei mari, lo scioglimento del permafrost, l'acidificazione degli ... it.insideover.com |