Facebook in 20 anni ha rovinato la Terra...

https://www.wired.it/article/facebook-20-anni-declino-scandali/

..............Oggi Meta vive una fase di incertezza crepuscolare, dopo un rebranding in favore di un progetto, quello del metaverso, che fin qui è stato un disastro economico e di immagine, un brusco taglio di più di 20mila dipendenti e una rilevanza dei suoi prodotti, già in calo da qualche anno, messa ulteriormente alla prova dalla concorrenza spietata di TikTok. Per quasi due decenni Facebook è stato un punto di riferimento culturale impossibile da ignorare, mentre oggi esiste anzitutto come simulacro di una fase più primitiva, forse più ingenua, dell'era del content e della viralità. Quando, di recente, ho chiesto all'aula magna di una scuola superiore di comunicare per alzata di mano chi avesse un account "Fb", come si scriveva negli anni d'oro, su un centinaio di persone si sono alzate sei o sette mani.

Certo, forse non è abbastanza per decretare la fine del social network dei social network: e d'altronde tanti lo davano per morto già dieci anni fa, prima che venisse coinvolto nello scandalo di sottrazione di dati personali più imponente della storia, introducesse la personalizzazione algoritmica dei contenuti col News Feed e, last but not least, contribuisse a influenzare le elezioni di mezzo mondo. Come l'Hotel California immortalato dagli Eagles, esistono luoghi da cui puoi fare check-out senza però riuscire ad allontanartene per davvero: e questo "Zuck" lo sa. "È quasi impossibile avviare un'azienda nella stanza del tuo dormitorio e farla a crescere fino alle dimensioni odierne senza commettere qualche errore", ha detto una volta: resta da capire se è accettabile che un'azienda nata nella stanza di un dormitorio si sia trovata nel giro di pochi anni con in mano le redini della comunicazione e la politica mondiale, perché da "qualche errore" in un campus elitario talvolta possono derivare immani tragedie nel resto del mondo. Ma meglio non piangere sul latte versato. "Live in the Future", dice il rinnovato motto corporate di Meta: stavolta, però, è un futuro che sa meno di speranza e più di rassegnazione...........................


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Roberto Guerra