Il rilancio dell'Occidente e dei suoi valori passa per la riorganizzazione della sua difesa contro le minacce esterne e la rinascita del sentimento della sicurezza collettiva.


Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>
 

Le crisi globali che attraversano in questi anni le relazioni internazionali promosse da soggetti che rifiutano gli equilibri emersi dal crollo dell' ordine di Yalta e dalle rivendicazioni del fanatismo islamico stanno cominciando ad aprire un grande dibattito sul senso d'identità della nostra civiltà democratica e sull'esigenza di alzare le difese contro la regia della disinformazione e del sovvertimento dei principi di tolleranza e di pluralismo. Da qualche tempo autorevoli osservatori militari, non ultimi quelli della Svizzera, mettono in guardia sul pericolo di in un conflitto devastante sul Vecchio Continente e nelle regioni limitrofe a causa delle minacce promosse da regimi, il cui DNA è quello della sopraffazione e del mancato rispetto dei diritti umani e civili. Studi approfonditi della congiuntura internazionale confermano l'esigenza di un brusco risveglio delle opinioni pubbliche, il cui sonno e la sua superficiale atteggiamento nei confronti del problema della sicurezza rischia di comportare un annebbiamento della coscienza civile e della vigilanza. I tempi sono gravidi di segnali e lo spirito di Monaco sembra rivivere sia nelle cancellerie che presso gli intellettuali. Anzi questi ultimi, come stiamo notando con il loro suicidio ideologico (vedi il dilagare dell'antisemitismo e il parteggiare, quali utili idioti, per i criminali di Hamas e i nemici delle nostre regole democratiche) rappresentano un momento di resa autolesionista. Ciò nondimeno le istituzioni più avvedute lanciano l' allarme e ripropongono il "si vis pacem, para bellum" prima che sia troppo tardi.
Casalino Pierluigi 


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Roberto Guerra