IL SOGNO DI MARINETTI

Marinetti fu il fondatore del Movimento Futurista e su di esso poggiò anche la sua teoria teatrale , teoria solo in apparenza plasmata dal decadentismo e dal simbolismo allegorico ed individualista delle randi corenti di pensiero a lui contemporanee. Il vitalismo di Bergson, l'individualismo eroico, pessimistico ed irrazionalistico di pensatori come Sorel. da cui mutuò forse l'estetica sociale, o come Nietzsche, furono coniugati da Marinetti con l'ottimismo tecnologico della scienza, improntato allo slancio dinamico della velocità. La rottura con la tradizione è un fuoco che si accende e brucia, anche nei lavori teatrali, la passione innovativa di Marinetti. Marinetti teorizza lo spettacolo totale, coinvolgendo in un'unica teoria della manifestazione un insieme di immagini e di conetti che diventeranno patrimonio delle successive avanguardie, che inconsapevolmente, si rifaranno al Vate del Futurismo. L'adorazione del futuro è simbolo prometeico, si è detto in altra occasione, nella prospettiva marinettiana. La genialità dell'autore oscilla tra vis comica, sperimentazione, provocazione incessante, il tutto nel quadro di una impressionante arte lirica sognata e perseguita nell'instancabile cammino verso il futuro. Le stessi leggi fatali e telluriche che scuotono la memorabile idea di Marinetti di aprire gli occhi dell'umanità sull'avvenire scientifico e visionario fanno parte del sentimento profondo di fisiocratico che l'autore incarna, scoprendo il senso della vita che viaggia con le nostre ardimentose speranze e i nostri limiti da valicare ogni giorno che passa.
Casalino Pierluigi, 9.02.2015