Marinetti padre del teatro sperimentale.

Le origine del teatro "sintetico-futurista" si possono ricondurre ai cabaret, ai teatri vaudeville e ai circhi che Marinetti frequentò durante il suoi anni parigini. Tali alternative popolari al teatro da balconata di fine secolo, e in genere alle forme teatrali classiche, avevano cominciato ad attirare la sua attenzione ai tempi della pubblicazione del Manifesto dei drammaturghi futuristi, nell'ottobre del 1910, L'attenzione di tale importante Manifesto si orientava soprattutto altrove: sulla critica alla scelta di commediografi, registi ed attori contemporanei per drammi sentimentali e storici, oltre che sulla demistificazione dell'interiorità e del realismo fotografico come ideali teatrali, nonché sull'esigenza di nuovi tipi di forme di spettacolo degne della modernità e della rivoluzione industriale. Un contenzioso che Marinetti portava avanti con assoluta ostilità nei confronti di quelle platee compiacenti che lo stesso autore aveva arringato alla prima della sua La donna è mobile. Marinetti chiede un teatro di sintesi, ma prospetta nel contempo la necessità di nuovi orizzonti dello spettacolo, di forme drammatiche di vasto respiro in un mix di ebbrezza intellettuale, che coinvolga il pubblico, la critica e gli stessi autori di teatro, e rivoluzionaria capacità dello scrittore teatrale nel trasformarsi in demiurgo dell'arte drammatica. Fu durante le sue serate futuriste che Marinetti detto le tavole del suo credo teatrale, autentiche basi di quelle avanguardie sperimentali che si affermeranno in seguito.
Casalino Pierluigi, 7.02.2015