Marinetti e la cultura del Novecento.

Di Marinetti si conosce la portata rivoluzionaria della sua intuizione futurista. Il Manifesto del 1909 resta un punto di riferimento dell'ansia di rinnovamento nel segno del dinamismo della scienza, consacrato nell'inno alla velocità come dimensione sovrana del progresso e della modernità. Ma il Marinetti forse più attuale è quello che della sua scoperta dell'importanza straordinaria dei nuovi mezzi di comunicazione,lontani anticipatori della stagione di Internet. Anche sotto questo aspetto Marinetti può a giusta ragione considerato il padre autentico di tutte le avanguardie, anche quelle più recenti. Anche da critico teatrale e non solo da autore, il Fondatore del Futurismo entra nelle tematiche della cultura del XX secolo, le rilancia secondo il suo modello visionario, ne interpreta la carica transfuturista. I soggetti delle sue opere teatrali e la lettura critica di altri autori a lui contemporanei ci offrono un'immagine di originalissima emergenza storica. Tralasciando le sue commistioni con il regime fascista, concepite e vissute più per amore dell'idea futurista che per reale adesione al credo politico mussoliniano, si impone a noi un Marinetti di diversa e ben più elevata statura transnazionale. Il Novecento nasce, vive e respira con le idee di Marinetti, tra sfida e avventura, tra promessa di riscatto e coraggiosa ricerca di vie nuove, tra una sfrenata voluttà di conoscenza e un'indomabile, insaziabile propensione alla ricerca del significato profondo dell'antico messaggio prometeico che muove il sapere fin dalle origini dell'uomo. Due romanzi di sapore futurista come Gli Indomabili e Mafrka il Futurista esprimono più ancora che l'opera teatrale la direzione ultramoderna dell'esperienza marinettiana: apparentemente aridi e radicali, questi due romanzi evocano lo sforzo fantascientifico intrapreso nel nome della civiltà dai protagonisti, non senza qualche analisi pertinente dei limiti stessi del progresso. Circostanza presa sempre in seria considerazione da Marinetti, che non fu mi rigidamente dogmatico anche nelle sue enunciazioni di principio.
Casalino Pierluigi, 5.02.2015