Longevità prossimo ventura
FONTE ESTROPICO BLOG
Cosa si intende per allungamento della vita? Allungamento della vita media o della vita massima? Longevita' ad ogni costo, o longevita' in buona salute? E' importante decidere di cosa stiamo parlando e cosa ci stia piu' a cuore, prima di prendere in considerazione gli approcci oggi disponibili (cosa che faro' piu' sotto).
Se parliamo di allungamento della vita media, allora l'obiettivo e' di superare i 79 anni di eta' per gli uomini e gli 84 per le donne (in Italia).
Se parliamo invece di allungamento della vita massima (un obiettivo molto piu' arduo) allora dobbiamo mirare ai 122 anni di Jeanne Calment, per le donne, o ai 116 anni di Jiroemon Kimura, per gli uomini.
Se poi prendiamo in considerazione il dilemma quantita'/qualita' della vita, allora passiamo alle preferenze individuali. Non molti longevisti, immagino, aderiscono al motto "vivi al massimo, muori giovane e lascia un bel cadavere". D'altra parte, solo quelli dotati di fede inossidabile nella singolarita', suppongo, saranno disposti a raggiungere i 120 anni in condizioni di salute tali da poter essere descritte come peggiori della morte, in attesa di una tecnosalvazione da parte di una superintelligenza friendly. Esiste un neologismo inglese che descrive perfettamente quello che, secondo me, e' l'ideale equilibrio fra quantita' e qualita' della vita: healthspan, cioe' le aspettative di vita in buona salute (lifespan: aspettative di vita; health: salute).
Messi i puntini sulle i, vediamo cosa e' possibile fare oggi come oggi, grazie ad approfonditissimo articolo di FightAging: Existing Longevity Therapies that are Technically Feasible, but Difficult and Expensive to Obtain
Chiarisco subito che si tratta di terapie tecnicamente fattibili, ma difficilmente ottenibili, molto costose e la cui sicurezza non e' ancora stata stabilita al 100%. In un secondo articolo, piu' avanti, mi occupero' di quanto sia invece piu' a portata di mano e (relativamente) meno rischioso.
Quello di Liz Parrish, della BioViva, e' il perfetto esempio pratico e ne ho parlato in questo post: La BioViva raggiunge una pietra miliare per l'allungamento della vita e nessuno se ne accorge...
In pratica, si tratta di biohacking estremo che chiunque puo' replicare (in teoria). Basta avere quanto segue: i finanziamenti di un'azienda (come la startup fondata dalla Parrish), i contatti giusti, la disponibilita' a viaggiare (turismo medico) e una certa tolleranza agli intrinseci livelli di rischio...
I geni presi di mira dalla Parrish sono due (copio e incollo dal post di cui sopra):
Le altre possibilita':
- Cellule staminali: se hai 60 o piu' anni di eta' e vivi in America (o Europa), con il reddito tipico di quel gruppo demografico, puoi probabilmente permetterti di spendere fra i 10 e i 20 mila dollari per una terapia di cellule staminali di prima generazione per controllare i livelli di infiammazione, dolori vari (reumatismi, giunti scricchiolanti, etc). Il problema e' informarsi, trovare la clinica giusta, etc. Per risparmiare, esistono cliniche in Messico (temo di non sapere quale sia la situazione in Europa). Per quanto riguarda i piu' giovani, al momento non sembra valerne la pena.
- Il potenziamento dell'attivita' delle cellule staminali: la ricerca sulla parabiosi (qui un articolo in italiano) sta scoprendo i segnali molecolari che governano l'attivita' cellulare, come il "famoso" GDF-11, la cui attivita' puo' essere regolata con medicinali o interventi di editing genetico. Il problema e' che, al momento, sarebbe necessario convincere uno o piu' ricercatori a prenderci come cavie umane - poco realistico e rischioso, dato che i possibili effetti collaterali sono ancora inesplorati (mancano sufficienti studi su animali da laboratorio).
- Il "restauro" del timo. Invertendo l'atrofia di questo organo, potremmo far ripartire il pieno flusso di cellule immunitarie. Nei topi di laboratorio, un timo "organoide" e' stato cresciuto in vitro e poi impiantato con buoni risultati. Questa potrebbe essere una terapia disponibile nel medio termine presso cliniche estere (nel senso di non-USA). Oppure, lo stesso risultato potrebbe essere raggiunto intervenendo cu FOXN1 con CRISPR, ma, oltre ad essere piu' rischioso in quanto piu' nuovo, questo intervento sarebbe molto difficile da organizzare (vedi sopra).
- Infusione di cellule immunitarie. E' possibile stimolare e raccogliere cellule immunitarie in grandi quantita', le tecniche sono ben conosciute. Ripetute infusioni, nel corso dell'invecchiamento di un paziente, potrebbero periodicamente ridargli il sistema immunitario della sua gioventu'. Purtroppo, per quanto fattibile e per quanto teorizzata, tale pratica non esiste (ancora?).
- Rimozione della transtiretina amiloide (sperando di aver tradotto correttamente transthyretin amyloid). L'anno scorso sono emersi degli incoraggianti risultati con la rimozione di questa "spazzatura metabolica" la cui presenza e' associata alla mortalita' fra i supercentenari, nonche' ai problemi cardiovascolari di piu' giovani pazienti. Si tratta di uno dei primi esempi dell'approccio SENS alla ricerca anti-invecchiamento: riparazione dei tessuti e rimozione dell'accumulo di sostanze dannose tipico dell'invecchiamento. Si tratta anche di un altro esempio di una terapia che, pur essendo tecnicamente fattibile e promettente, resta al di fuori della nostra portata - a meno di (improbabilmente) riuscire a convincere i ricercatori in questione a rischiare la propria carriera...
- Bifosfonati. Hanno aggiunto cinque anni di vita, in media, in uno studio su piu' di cento pazienti sofferenti di osteoartriti. FightAging si dichiara sorpreso di questo risultato, soprattutto perche' il meccanismo resta un mistero. Aggiungo che gli effetti collaterali non sono da trascurare.
Morale della favola: l'attesa per terapie di ringiovanimento efficaci, sicure e disponibili continua...
Nel frattempo, ma anche qui dovrete aspettare un po', mi occupero', nella seconda parte di questo articolo, di quanto invece sia piu' facilmente ottenibile - e si noti che ho detto disponibile, ma non necessariamente efficace o al 100% sicuro...
Immagine: https://play.google.com/store/apps/details?id=bizo.old.face
aprile 2016
Terapie per la longevita' (1)
"Old Face" |
Se parliamo di allungamento della vita media, allora l'obiettivo e' di superare i 79 anni di eta' per gli uomini e gli 84 per le donne (in Italia).
Se parliamo invece di allungamento della vita massima (un obiettivo molto piu' arduo) allora dobbiamo mirare ai 122 anni di Jeanne Calment, per le donne, o ai 116 anni di Jiroemon Kimura, per gli uomini.
Se poi prendiamo in considerazione il dilemma quantita'/qualita' della vita, allora passiamo alle preferenze individuali. Non molti longevisti, immagino, aderiscono al motto "vivi al massimo, muori giovane e lascia un bel cadavere". D'altra parte, solo quelli dotati di fede inossidabile nella singolarita', suppongo, saranno disposti a raggiungere i 120 anni in condizioni di salute tali da poter essere descritte come peggiori della morte, in attesa di una tecnosalvazione da parte di una superintelligenza friendly. Esiste un neologismo inglese che descrive perfettamente quello che, secondo me, e' l'ideale equilibrio fra quantita' e qualita' della vita: healthspan, cioe' le aspettative di vita in buona salute (lifespan: aspettative di vita; health: salute).
Messi i puntini sulle i, vediamo cosa e' possibile fare oggi come oggi, grazie ad approfonditissimo articolo di FightAging: Existing Longevity Therapies that are Technically Feasible, but Difficult and Expensive to Obtain
Chiarisco subito che si tratta di terapie tecnicamente fattibili, ma difficilmente ottenibili, molto costose e la cui sicurezza non e' ancora stata stabilita al 100%. In un secondo articolo, piu' avanti, mi occupero' di quanto sia invece piu' a portata di mano e (relativamente) meno rischioso.
Quello di Liz Parrish, della BioViva, e' il perfetto esempio pratico e ne ho parlato in questo post: La BioViva raggiunge una pietra miliare per l'allungamento della vita e nessuno se ne accorge...
In pratica, si tratta di biohacking estremo che chiunque puo' replicare (in teoria). Basta avere quanto segue: i finanziamenti di un'azienda (come la startup fondata dalla Parrish), i contatti giusti, la disponibilita' a viaggiare (turismo medico) e una certa tolleranza agli intrinseci livelli di rischio...
I geni presi di mira dalla Parrish sono due (copio e incollo dal post di cui sopra):
- il primo regola la lunghezza dei telomeri (telomerase reverse transcriptase - hTERT). Da Wikipedia: "Diversi studi hanno dimostrato che il progressivo accorciamento dei telomeri ad ogni ciclo replicativo sia associato all'invecchiamento cellulare (fase di senescenza)." Il rischio-tumori e' spesso citato quando si parla della ripazione dei telomeri come strategia longevista, ma secondo la Parrish ne' hTERT, ne' FST (vedi sotto) hanno aumentato questo rischio.
- il secondo (FST) regola la produzione di follistatina, un inibitore della miostatina, e mira a contrastare la sarcopenia, un tipico problema della terza (e mezza) eta', di cui mi sono gia' occupato in passato.Il secondo intervento e' stato applicato ad animali da laboratorio ormai da qualche anno ed e' in genere considerato a basso rischio. Inoltre, visto il profilo demografico della sempre piu' vecchia Europa, potrebbe essere un prodotto di successo per combattere la sarcopenia (nonche' un successo sul mercato nero per atleti in cerca di sostanze dopanti).
Le altre possibilita':
- Cellule staminali: se hai 60 o piu' anni di eta' e vivi in America (o Europa), con il reddito tipico di quel gruppo demografico, puoi probabilmente permetterti di spendere fra i 10 e i 20 mila dollari per una terapia di cellule staminali di prima generazione per controllare i livelli di infiammazione, dolori vari (reumatismi, giunti scricchiolanti, etc). Il problema e' informarsi, trovare la clinica giusta, etc. Per risparmiare, esistono cliniche in Messico (temo di non sapere quale sia la situazione in Europa). Per quanto riguarda i piu' giovani, al momento non sembra valerne la pena.
- Il potenziamento dell'attivita' delle cellule staminali: la ricerca sulla parabiosi (qui un articolo in italiano) sta scoprendo i segnali molecolari che governano l'attivita' cellulare, come il "famoso" GDF-11, la cui attivita' puo' essere regolata con medicinali o interventi di editing genetico. Il problema e' che, al momento, sarebbe necessario convincere uno o piu' ricercatori a prenderci come cavie umane - poco realistico e rischioso, dato che i possibili effetti collaterali sono ancora inesplorati (mancano sufficienti studi su animali da laboratorio).
- Il "restauro" del timo. Invertendo l'atrofia di questo organo, potremmo far ripartire il pieno flusso di cellule immunitarie. Nei topi di laboratorio, un timo "organoide" e' stato cresciuto in vitro e poi impiantato con buoni risultati. Questa potrebbe essere una terapia disponibile nel medio termine presso cliniche estere (nel senso di non-USA). Oppure, lo stesso risultato potrebbe essere raggiunto intervenendo cu FOXN1 con CRISPR, ma, oltre ad essere piu' rischioso in quanto piu' nuovo, questo intervento sarebbe molto difficile da organizzare (vedi sopra).
- Infusione di cellule immunitarie. E' possibile stimolare e raccogliere cellule immunitarie in grandi quantita', le tecniche sono ben conosciute. Ripetute infusioni, nel corso dell'invecchiamento di un paziente, potrebbero periodicamente ridargli il sistema immunitario della sua gioventu'. Purtroppo, per quanto fattibile e per quanto teorizzata, tale pratica non esiste (ancora?).
- Rimozione della transtiretina amiloide (sperando di aver tradotto correttamente transthyretin amyloid). L'anno scorso sono emersi degli incoraggianti risultati con la rimozione di questa "spazzatura metabolica" la cui presenza e' associata alla mortalita' fra i supercentenari, nonche' ai problemi cardiovascolari di piu' giovani pazienti. Si tratta di uno dei primi esempi dell'approccio SENS alla ricerca anti-invecchiamento: riparazione dei tessuti e rimozione dell'accumulo di sostanze dannose tipico dell'invecchiamento. Si tratta anche di un altro esempio di una terapia che, pur essendo tecnicamente fattibile e promettente, resta al di fuori della nostra portata - a meno di (improbabilmente) riuscire a convincere i ricercatori in questione a rischiare la propria carriera...
- Bifosfonati. Hanno aggiunto cinque anni di vita, in media, in uno studio su piu' di cento pazienti sofferenti di osteoartriti. FightAging si dichiara sorpreso di questo risultato, soprattutto perche' il meccanismo resta un mistero. Aggiungo che gli effetti collaterali non sono da trascurare.
Nel frattempo, ma anche qui dovrete aspettare un po', mi occupero', nella seconda parte di questo articolo, di quanto invece sia piu' facilmente ottenibile - e si noti che ho detto disponibile, ma non necessariamente efficace o al 100% sicuro...
Immagine: https://play.google.com/store/apps/details?id=bizo.old.face