Metateismo, intervista a Cristiana Zamboni: "Che anche i robot prendano vita..."

 
*Cristiana Zamboni

Nata a Milano il 25 giugno 1969, frequenta il liceo artistico di Bergamo . Si diploma nel 1987, frequenta per un anno il corso di laurea lettere antiche con specializzazione in archeologia.
Frequenta contemporaneamente l'istituto d'arti grafiche e figurative San Calimero a Milano ed ottiene col massimo dei voti la qualifica di Grafica pubblicitaria nel 1992.
Stagista per un anno presso studi di pubblicità e marketing.
Collabora con alcuni studi per la progettazione e realizzazione di quadri d’ arredamento. Contemporaneamente lavora come free-lance presso studi di grafica per progettazione cartelloni pubblicitari e libri per bambini. Vengono pubblicate due sue pubblicità sul Corriere della Sera in occasione dello Smau nel 1992.
Corsi di pittura e sculture.
Corso annuale di art-design 1992-1993.
Nel 2015 ha aderito al Movimento del Metateismo (Milano, a cura di Davide Foschi) e partecipa alle numerose iniziative, mostre e altro del gruppo. Collabora con il magazine blog facebook del Movimento "Youmandesign 4NR"

D -  Il Metateismo, una nuova avanguardia italiana emergente,  una tua rapida presentazione?
R - Il Movimento del Metateismo per un Nuovo Rinascimento, fondato dal Maestro Davide Foschi nel 2012, presenta una nuova concezione dell’uomo come essere che vive sia in carne che, di nuovo, in anima.
Un’anima del tutto lontana da una concezione legata alla religioni od ai dogmi culturalmente insegnati.
L’uomo ritorna ad essere il meccanismo che muove il mondo, sia spirituale che fisico che intellettivo.
L’uomo ha un grande nemico: se stesso.
A volte crede d’essere rivoluzionario attraverso l’annullamento del ciò che è stato creandosi una contemporaneità che crede nuova ma in realtà completamente imposta dalla sua cecità.
L’umanità non comprende che si ritrova in un meccanismo fatto di individualità ed incomprensione delle sue personali capacità elettive , veniamo educati a studiare solo alcune cose, siamo soggiogati sempre dalle stesse immagini, ben diretti verso una standardizzazione che porta ad un totale assopimento.
Non ci rendiamo conto che il nostro animo perde così giorno per giorno la propria sensibilità. Il concetto principe di condivisione e di riscoperta della sacralità dell’essere umano del Metateismo vuole svegliare queste coscienze assopite. Nell’antica Grecia le menti eccelse erano al servizio della collettività, condividevano le prerogative creando una sinergia di potere creativo che si volgeva all’educazione verso il sapere; gli ideali di bellezza creavano un vivere positivo atto alla crescita spirituale e sociale.
L’eclettismo non supportato da una vera ricerca interiore ed esteriore può condurre ad una mancanza di approfondimento e ad un dilagare di superficialità: eppure nella storia abbiamo avuto degli esempi illustri di persone che dell’ecclettismo ne hanno fatto un uso meraviglioso, il primis non possiamo non ricordare Leonardo da Vinci a cui non a caso, il Metateismo ha dedicato la propria sede nazionale a Milano.
L’umano deve rimettersi al centro delle sue scelte e della propria consapevolezza: siamo noi che dobbiamo decidere il nostro cammino. Occorre saperci dirigere verso scelte sempre più consapevoli tenendo conto anche della collettività in cui viviamo, cercando di armonizzare anziché combattere gli opposti: il buio e la luce, il superiore o l’inferiore, il maschile e il femminile.
L’individualismo contemporaneo genera di continuo esseri sterili che non creano e non costruiscono relazioni elettive. Siamo contornati dal disgusto, in tutti i sensi. Eppure la bellezza esiste e forse rappresenterebbe la più grande scoperta di questo nuovo millennio. Pur vivendo in un mondo fatto anche di natura, di sole e luna, di mari e cieli non guardiamo, non osserviamo; portiamo la nostra attenzione principalmente sull’orrore che così prende sempre più forza. La bellezza è ovunque intorno a noi, nasce dalla mente dell’uomo e ne condiziona l’animo e l’essenza.
Vivere sapendo cogliere la bellezza crea una reazione a catena evolutiva dell’animo e lo trasforma profondamente, sia in direzione della propria interiorità che verso il mondo che ci circonda.
Rendendoci conto che siamo attorniati da bellezza riusciamo ad imparare a riconoscerla e condividerla. L’uomo deve uscire dal loculo della sua individualità e imparare a condividere; per natura non possiamo vivere da eterni eremiti, non possiamo reggere psicologicamente l’esilio, il non poter comunicare ed interagire con altri essere umani.
Se pensiamo ai primitivi, ai loro primi graffiti, osserviamo contemporaneamente la scoperta del proprio sé e una delle prime forme di comunicazione nei confronti della comunità.
Mettendoci in ascolto di noi stessi possiamo accorgerci che il nostro cuore batte, le fibre del nostro corpo si tendono e si rilassano, quasi impercettibilmente, i nostri polmoni si dilatano e fanno entrare l’ossigeno che è vita: solo così possiamo concentrarci e dare un ordine più chiaro ai nostri pensieri così spesso confusi e senza logica.
In questo momento storico occorre soprattutto una qualità sempre più dimenticata: il coraggio. Il coraggio e le arti saranno i mezzi più idonei per partire per un Nuovo Rinascimento.
Riscopriamo i nostri sensi: la vista, il gusto, l’olfatto, l’udito e il tatto creano una rete di percezioni atte ad aprire la via dell’emozione, aprendo la mente fino ad assaporare la bellezza di quel che si sta vivendo e pone l’attenzione su cosa ha generato il tutto.
Con l’arte possiamo osservare e rappresentare la nostra mente, l’anima e lo spirito: finalmente dopo tanti decenni dominati dal potere dell’effimero, abbiamo la possibilità di salire al nostro livello superiore, verso la cima della montagna rimettendoci in contatto con la parte spirituale che è in noi, coscienti della nostra mente generatrice interminabile.

D-  Il tuo percorso specifico culturale o letterario... pubblicistico, artistico?
R - Ho frequentato il liceo artistico di Bergamo mi sono diplomata nel 1987, frequento per un anno il corso di laurea lettere antiche con specializzazione in archeologia.
Frequento contemporaneamente l'istituto d'arti grafiche e figurative San Calimero a Milano ed ottengo col massimo dei voti la qualifica di Grafica pubblicitaria nel 1992.
Collaboro con alcuni studi per la progettazione e realizzazione di quadri d’ arredamento che mi danno una notevole impronta portandomi a prediligere grandi dimensioni intersecandoli ed armonizzandoli con l’ambiente circostante.
Concentro la mia ricerca artistica sull’astratto e l’incidenza della luce sui colori, cercando nuovi materiali atti alla creazione dei riflessi.
Contemporaneamente lavoro come free-lance presso studi di grafica per progettazione cartelloni pubblicitari e libri per bambini. Vengono pubblicate due mie pubblicità sul Corriere della Sera in occasione dello Smau nel 1992.
Mi specializzo nella creazione di quadri d’arredo cercando di studiare lo spazio in cui si inseriranno creando un’armonia tridimensionale tra le geometrie ambientali e le forme morbide e sinuose dei suoi quadri.
Corso annuale di art-design 1992-1993
Corso di scultura.
Dopo una pausa di dieci anni, ritorno all’arte in maniera pubblica, decido di ricominciare ad esporre e partecipo a molte mostre e concorsi con ottimi risultati.
La mia arte prende un cammino completamente opposto a quello degli anni precedenti, vengo fagocitata dalla voglia di farmi comprendere in modo immediato. Cerco una comunicazione il più semplice ed impatto per arrivare al maggior pubblico possibile.
Nella mia ricerca di rendere l’anima e le emozioni il più reali e concrete possibili mi avvicino definitivamente alla scultura che unisco alla pittura e la utilizzo sulla tela come completamento del disegno.
L’usare più stili contemporaneamente sulla stessa opera mi da la sensazione di un linguaggio universale.
Comincio a studiare l’arte contemporanea degli ultimi dieci anni.
Nel 2015 firmo ed entro a far parte del Movimento del Metateismo.

D-  Tornando al Metateismo, le avanguardie oggi, ruolo diverso, quindi rispetto a quelle storiche?
R - Le avanguardie di oggi credo che fondamentalmente debbano muoversi in modo diverso rispetto a quelle passate. Devono avere un atteggiamento quanto meno provocatorio e quanto più consapevole possibile. Inoltre a mio parere è fondamentale per la nostra contemporaneità riuscire a comunicare a quante più persone possibile e non ai pochi iniziati dell’arte, in qualche modo riprendendo il cammino rinascimentale dedito all’universalità del messaggio, pur mantenendo più livelli di lettura.
La vita quotidiana ci porta a vivere solo la nostra vita,consapevoli sì di essere parte di una sfera sovraffollata ma molto selettivi nel pensiero di essa.
Non trovo praticamente la benchè minima evoluzione dalle avanguardie della prima parte del ‘900 ad oggi. Solo un continuo ripetersi all’infinito di codici già visti. Non a caso assistiamo ad un notevole declino progressivo dell’arte e della cultura in genere nell’interesse della collettività.
Le opere d’arte sono da tempo viste come un investimento piuttosto che un arricchimento.
L’arte contemporanea è standardizzata, molto astrattismo sempre meno comprensibile, un materico già visto. Sono pochissime le innovazioni o le ricerche stilistiche ma credo che sia anche una colpa di una forte caratteristica “del non serve” nelle scuole d’arte. Nell’arte si cerca ancora di colpire l’osservatore concentrandosi più sulla ricerca del macabro e dell’orrore, anche se ormai siamo completamente assuefatti al senso del brutto più totale.
Le avanguardie artistiche attuali, in questo senso, hanno un compito molto più difficile di quelle precedenti.
Oggi vi è anche la tecnologia, usata per lo più in modo incosciente, che porta ad un’ulteriore indebolimento della sensibilità e della profondità, della capacità di concentrazione in genere, il che rappresenta un ulteriore attacco al senso umano dell’esistere.
L’arte deve aprire le porte ad un nuovo contatto ed una nuova comunicazione reale, fuori dall’etere, un contatto diretto di menti, parole e visioni.
Deve riportare, prima di tutto , l’uomo alla visione diretta delle opere dandogli la possibilità di essere toccate e cercando di materializzare ciò che non si vede ma c’è.
La nostra è una società estremamente materiale, come San Tommaso deve ritornare a toccare i sentimenti e le emozioni; per farlo, l’arte ha il compito di renderlo possibile attraverso una visione più positiva e silenziosa che tocca tutti i sensi.
Con l’arte, con tutte le discipline che la rappresentano come musica, poesia, letteratura, deve silenziosamente entrare in contatto, attraverso i sensi primordiali (ormai assopiti e qui sta la grande difficoltà) all’essenza dell’uomo. Deve riportare all’ascolto dell’interiorità, al silenzio – ascolto, alla riscoperta della mente, concretizzando le emozioni e rendendole toccabili a tutti.
Le avanguardie attuali, diversamente da quelle passate, devono avere la prerogativa di arrivare a tutti i livelli socio-culturali, va rivista la globalizzazione della società, deve comprendere tutti i ceti per svolgere un’azione di cambiamento sinergica e globale.
Nel passato le avanguardie avevano una caratterista molto politica, cosa che non credo debbano avere oggi. L’uomo contemporaneo ha perso la sua fiducia nei confronti delle istituzione, non le rispetta più e le sente molto lontane dal suo vivere quotidiano.
Il cammino delle nuove avanguardie deve andare verso l’intimo dell’uomo ,deve principalmente toccare il su animo, la sua vita interiore e personale prima che quella sociale; il sociale ed il politico diventerà una conseguenza del suo cambiamento e sarà la persona stessa a sentire il bisogno di non rimanere indifferente e distante dalle istituzioni chiedendone a gran voce la rivoluzione.
Un cambiamento dell’individuo singolo che lo porterà a cambiare ciò che lo circonda.
Le avanguardie devono ora avere la capacità di una comunicazione più diretta e di facile comprensione, almeno ad una prima ed immediata “lettura”.
Devono scoprire e ricercare un linguaggio semplice e diretto, dotato di consistenza anche fisica in cui il silenzio ha la capacità di parlare e penetrare portando la consapevolezza alla nuova visione di ciò che non si vede.

D- I passi sbagliati dell’arte contemporanea ed il perché della necessità di un nuovo Rinascimento-Metateismo...
R - L’Italia, nella storia, è il paese per eccellenza che ha creato vene artistiche speciali che hanno condizionato la scienza.
L’arte ha cambiato le menti nelle epoche ed addirittura le menti più razionali si sono avvicinate a lei per usufruirne , per studiarla e per usarla come spiegazione visiva delle teorie scientifiche.
La storia racconta che l’umanità ha sempre seguito cicli continui di alti e bassi nella sua evoluzione, luce ed ombre, momenti di rinnegazione delle scoperte passate a momenti di ripresa delle stesse per continuarle. Lo stesso succede nella vita di ogni essere umano.
In questo particolare periodo storico assistiamo ad una continua distruzione di ideali di convivenza civile, a partire dall’insegnamento e dall’educazione.
In un momento così è chiaro che la mente umana non è stimolata al gusto di sapere e conoscere, è più giustificata a rinnegare le meraviglie delle epoche passate, come se la colpa di questo nostro fallimento attuale provenisse esclusivamente da ieri e non dalle decisioni prese oggi.
Questo è un periodo buio, un periodo da troppo tempo lasciato in mano a menti che hanno calcolato la metrica dell’evoluzione sociale solo in base all’andamento delle borse e della finanza, come se la società fosse un’equazione od un calcolo matematico.
Mi ricorda moltissimo il medioevo, stessa tecnica per mantenere i popoli nell’ignoranza o in una cultura statica ben calcolata così da essere meglio controllata, andando addirittura a sopprimere od ostacolare le menti eccelse perché spiriti liberi.
Osservo questo atteggiamento anche nell’arte: vi è ormai una riproduzione statica e priva di vita di quello che fu nel corso del novecento. Manca il coraggio di uscire dalla commercializzazione del lavoro artistico, di illuminarsi sulla tela o sul pezzo di marmo in cerca di quel “raggio” che potrebbe far partire una domanda.
L’arte attuale non prova né a denigrare il passato né a sperimentare un nuovo futuro, è li fissa su quel “che vende”.
Qui sta il grande cambiamento degli artisti del Manifesto del Rinascimento del Metateismo, il coraggio d’esser criticati, di mettersi a nudo sulla propria opera d’arte e , in alcuni casi , in maniera molto esplicita, con immagini chiare e definite, pulite e capaci di dialogare anche con la storia iconografica passata.
I nostri occhi non sono più abituati al bello, la nostra sensibilità non è più allenata a vedere la luce e a godere del sapere. Bisogna far rinascere questa consapevolezza, bisogna far comprendere all’uomo moderno e che si reputa tale che in realtà è in balia del buio dell’ignoranza, dell’assenza di libertà, in un sistema postmedievale tecnologico..
L’arte deve rinascere, ritornare al servizio dell’essere umano per raccontare la parte emotiva di ciò che siamo, condividere il dolore e la negazione del dolore stesso.
Che anche i robot prendano vita…
La scienza sta cercando di creare uomini - macchine: l’arte deve cercare di creare uomini - anima.

Photo: opera di Cristiana Zamboni, LIBERA *tratta da http://www.gigarte.com/cristianazamboniart/opere/88673/libera.html


*intervista a cura di R. Guerra

INFO