David Bowie e il libro cult



fonte fantascienza com
Perché rileggere L’Uomo che cadde sulla Terra

I rapporti con “l’altro” costituiscono uno dei punti nodali della cultura dell’Occidente. Il diverso può provenire dall’esterno, come gli immigrati originari delle ex colonie, o essere presente all’interno, come l’omosessuale, il sottoproletario, il malato. Si tratta, ovviamente, di individui che risultano diversi solo per la loro condizione sociale e/o culturale. L’appartenenza alla stessa specie li accomuna, in ogni caso, a coloro che, rientrando nella norma, risultano perfettamente inseriti nella società.
La fantascienza, essendole aperta la dimensione dell’immaginario, ha potuto
Walter Trevis
Walter Trevis
esplorare l’ipotetico rapporto dell’Uomo con entità senzienti diverse dal punto di vista biologico, in modo particolare i robot e gli alieni. Il tumultuoso progresso tecnologico sta per trasformare i primi – mettendo nel calderone le intelligenze artificiali anche non antropomorfe – in interlocutori realistici. Per quanto riguarda i secondi, purtroppo, dobbiamo ancora lavorare di fantasia.
Ed è proprio un alieno, un individuo più che diverso, addirittura totalmente estraneo, il protagonista di un bel romanzo dell’inglese Walter TevisL’Uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth, 1963), pubblicato da Pan Books nel 1963 e comparso nello stesso anno nel nostro paese (Urania n° 357).
La storia, riassunta in poche righe, è questa: l’alieno Newton, così si fa chiamare il protagonista appena giunto sul nostro pianeta, appartiene a una razza i cui caratteri fisici sono molto simili a quelli dei terrestri. Ciò rende possibile un efficace camuffamento che gli consente di aggirarsi indisturbato tra gli abitanti degli Stati Uniti. La missione che gli è stata affidata è disperata, ma tanto semplice e geniale nella concezione quanto difficile da portare a compimento: giungere sulla Terra, arricchirsi con la vendita di brevetti innovativi e, con i capitali ricavati, costruire un’enorme astronave con la quale portare soccorso ai pochi sopravvissuti del morente pianeta Anthea. Questo, il cui equilibrio è stato sconvolto da una guerra nucleare ormai conclusa, muore di siccità. All’inizio l’esecuzione del piano procede senza intoppi, ma Newton finirà per essere scoperto dalle autorità. Sottoposto a una serie di analisi invasive, dolorose e inabilitanti finirà per perdere quasi del tutto la vista e si trasformerà in un vecchio sconfitto, disilluso e malinconico.
............CONTINUA  *DI Enrico Di Stefano