Davide Grandi e "Gli ultimi Soldati" eco-combattenti
"Anno 2018, città di Anthinora, Sala della Federazione Mondiale; tutte le nazioni del mondo sono riunite in un summit della massima importanza, per definire gli ultimi dettagli di una decisione presa mesi prima, che darà inizio a un conflitto armato di proporzioni planetarie, ma che verrà combattuto in un modo totalmente diverso dai canoni bellici a cui il mondo è già ampiamente a conoscenza a causa di decenni di guerre sparse in vari punti del pianeta di cui sono stati spettatori. I motivi che hanno portato a questa terribile decisione sono dovuti ad anni di incomprensioni politiche tra le Nazioni più potenti, che ha portato a una crisi economica mondiale senza precedenti. Ecco quindi aprirsi uno scenario completamente nuovo nell'affrontare i contrasti che continuano dalla notte dei tempi a segnare, non solo la vita degli esseri umani, ma anche quella di tutti gli altri organismi viventi di questo Pianeta. E a farlo sarà l''idea di un uomo, la quale aprirà nuovi scenari bellici e rivoluzionerà tutto il sistema sociale che ha accompagnato gli esseri umani nelle ultime centinaia di anni, ma senza, purtroppo, riuscire a impedire lo scoppio della terza guerra mondiale. Questo è l'ultimo racconto di guerra … non ve ne saranno altri".
Così la precisa "sinossi" per "Gli Ultimi Soldati" (libri Asino Rosso-Street LIb) di Davide Grandi (cover splendida di A. Crescenti) , in uscita in questi giorni (e in tutte le librerie store on line).
Primo romanzo science fiction per lo scrittore ferrarese Davide Grandi, già protagonista nel 2015 per la rassegna letteraria "Autori a Corte" a cura dell'Associazione Bukowsky per il saggio futuribile "Dio e d'io" (Este Edition). Anche nell'ancora recente Corrado Govoni 50 (autori vari, La Carmelina, tributo al più famoso poeta futurista ferrarese contemporaneo di Marinetti e del futurismo storico) l'autore si era cimentato in certa breve narrativa fantasy se non fantascientifica e certo futuribile estremo caratterizza anche la sua produzione saggistica più nota, anche fuori mura (tempo fa intervistato per Blasting News e segnalato sul magazine di divulgazione scientifica Meteo Web).
Ora fa un esordio coi fiocchi con un romanzo puro, circa 300 pagine di fantascienza pura, di stile "classico", pre cyberpunk e di taglio particolare, psico-cosmico e diversamente militare o sociologica. Ambientato nel futuro quasi presente, esprime a modo suo certa emergenza letterale di certo inconscio sociale attuale, specchio del nostro tempo che ha certamente esorcizzato concretamente lo spettro della guerra nucleare, ma almeno dall'11 9 caratterizzato da una sorta di terza guerra mondiale inedita con effetti psicosociali spesso simili a condizioni realmente effettive in tal senso.
Nel romanzo la guerra scoppia sul serio, ma certo copione standard anche di azione e avventura è sospeso con perizia in certo senso, focalizzando sullo sfondo bellico la psiche insospettata di 11 soldati protagonisti battezzati non a caso … "Gli Ultimi" come messaggio implicito fin dal titolo.
Un messaggio diversamente pacifico, ecologico mentale, accentuato dal ruolo speciale che assumerà anche uno splendido pastore tedesco.
Forse la guerra, in certo modo connaturata alla stessa Natura Umana, come sappiamo dalla apparentemente cinica scienza (dai celebri K. Lorenz e lo stesso E. Fromm in poi, almeno) al massimo sarà in futuro riducibile solo ai minimi termini, soltanto quando il cosiddetto male sarà visto realisticamente come necessario polo del cosiddetto bene, attraverso nuovi paradigmi, appunto e riassumendo, connotati di pensieri e sguardi diversi essenzialmente psicologici, oltre le proiezioni socioculturali strette spesso ridondanti e sospette idealistiche e che generano alla fine sempre scenari sociali pacifistici provvisori e incompiuti.
Diagnosi sul male assoluto chè comunque ogni conflitto guerrafondaio, ma in nome di una Pace relativa ma concreta e realistica senza ismi sempre ambigui e contraddittori.
Da segnalare, infine: da un lato, come accennato, certo brillante ritorno letterario come cifra e parola quasi alle origini della fantascienza del primo secondo novecento (appena preziosamente aggiornato da tracce minimaliste); dall'altro - ma complementare - forti evocazioni visive e cinematografiche (come anche molti film del genere ma sempre senza eccessivi effetti speciali).
Roberto Guerra