Futurologia: Pierre Belmont e l'imminente Tsunami postumano
fonte MOTHERBOARD
"Nel 2050 le persone con un QI inferiore a 150 non serviranno a niente"
"L'uomo che vivrà 1000 anni è già nato".
Laurent Alexandre, chirurgo urologo e autore del libro "La mort de la mort" ama le frasi provocatorie. Anche se a suo giudizio il titolo è stato "spesso frainteso", sostiene che le NBIC (nanotecnologie, biotecnologie, informatica e scienze cognitive) rivoluzioneranno il nostro mondo e prolungheranno la durata della vita.
Uomo d'affari e fondatore del sito Doctissimo, riveste un ruolo tra il tecnologo convinto, il partigiano di un vasto dibattito pubblico e il punto di riferimento francese del pensiero transumanista à la Silicon Valley. Nella prima parte della nostra conversazione gli abbiamo chiesto se credeva alle profezie di quest'ultima. "A mio modo di vedere le questioni principali sono due" ha risposto immediatamente. "L'uomo avrà riuscirà a modificare la sua stessa natura? E quando?" La seconda ovviamente dipende dalla prima.
Immortali da qui al 2029? Impossibile, ma.
Qualche settimana fa, Ray Kurzweil, futurologo, ingegnere di Google e profeta del transumanesimo ha annunciato che da qui al 2029 riusciremo ogni anno ad allungare la vita di un anno. Il 2029 sarà, secondo lui, la data in cui un supercomputer passerà il famoso Test di Turing, cosa che aprirà le porte al futuro: esseri umani connessi, potenziati dall'intelligenza artificiale e nanorobotizzati.
Per Laurent Alexandre, se c'è un errore in questa profezia, è sul calcolo temporale. "Quando Kurzweil annuncia che secondo lui arriveremo a far aumentare l'aspettativa di vita ogni anno, equivale a dire che saremo immortali. E per un orizzonte così corto come il 2029 faccio fatica a crederlo. Tuttavia, è evidente che saremo in grado di allungare la vita in modo considerevole."
Stessa riflessione sull'umanità potenziata. "Sul lungo termine credo che Kurzweil abbia ragione. Ma le cose non accadranno così velocemente. Sottovaluta la complessità delle connessioni del cervello in rapporto alle nostre conoscenze attuali. Un cervello connesso è ancora lontano. Credere che ci si arriverà in 15/20 anni mi sembra ingenuo dal punto di vista neuro-tecnologico. Al momento, la sola cosa che possiamo fare è ricreare dei falsi ricordi nei ratti connettendoli. Ma facendolo gli mandiamo in pappa il cervello, siamo ancora molto lontani dal traguardo."
Una religione senza Dio
Per i suoi numerosi detrattori, il transumanesimo è una specie di religione, una setta di cui Kurzweil sarebbe il guru. Recentemente, Paul Jorion aveva critcato il loro "messaggio messianico". Un parallelo che Alexandre non nega. "Certo, è una credenza di natura religiosa. L'unica differenza è che mettiamo da parte Dio. Il nostro Dio è l'uomo 2.0. Infatti, per Kurzweil diventeremo degli dei entro il 2035 ["We will be Godlike"].
"Google somiglia più a una chiesa che a un'impresa tradizionale, spiega nel video di Arte. I loro obiettivi sono messianici prima che economici". Quindi bisogna preoccuparsi dei pericoli di una deriva settaria? "Stiamo parlando della matrice dell'intelligenza artificiale, di cervelli connessi, della possibilità di editare il genoma umano, di avvicinarci all'immortalità... Le conseguenze e i pericoli di tutto ciò sono numerose e sconvolgenti, discutere sul fatto che il transumanesimo sia o meno una setta non è prioritario. Dovremmo più che altro concentrarci sulla nostra capacità di anticipare il mondo che sarà". O meglio sulla nostra incapacità.
Saremo sommersi da uno Tsunami tecnologico
Il problema principale è proprio questo. Saremo in grado di prepararci a questa rivoluzione annunciata? La risposta è lapidaria. "Certo che no. Negli anni Novanta non siamo riusciti a prevedere l'onda rivoluzionaria del web; nel 2005 non siamo stati in grado di anticipare i social network, e la storia lo dimostra. D'altronde si parla di un futuro esponenziale, del tutto diverso dalla crescita lineare che sappiamo analizzare."