IL VIAGGIO NEL REGNO DEI MORTI SECONDO GLI ANTICHI OVVERO IMMAGINE DI UN PRESENTE DIVENTA FUTURO.

Sicuramente non è mai un viaggio piacevole, ma dolente come gli spiriti che lo popolano. Un viaggio quello nell'Oltretomba da cui nessuno ha mai fatto ritorno come avvertono Orazio e Shakespeare per bocca di Amleto. Un viaggio in una realtà inedita, mai abbastanza esplorata dalla fantasia e dall'immaginazione, al punto che chi discende nella dimensione sotterranea del regno dei morti trova spesso da essi il preannuncio di visioni future. Una finestra è dunque, nel mito classico, aperta sul domani e non solo sull'aldilà, cioè sul passato. Tant'è che in Esiodo si affaccia una generazione di eroi luminosi e non tenebrosi come nell'Odissea. In quest'ultimo scrittore greco si dischiude un momento nuovo, perché ci propone come meta dei morti la terra delle isole dei Beati, un vero e proprio messaggio di futuro e di rinnovamento dell'umanità. Anche Aristofane, drammaturgo comico di notevole modernità e sensibilità, l'aldilà dell'uomo si profila come miracolosa descrizione di un'epoca in arrivo con le sue straordinarie novità esistenziali e intellettive. Ritroveremo nell'Ulisse di Dante persino un'ansia futurista.
Casalino Pierluigi