Anche quest'anno, come abbiamo fatto negli ultimi tre, MAG pubblica il ranking delle 50 personalità della finanza che stando alla quotidiana ricerca e attività di Financecommunity.it si sono più distinte durante gli ultimi dodici mesi.
È uno sforzo notevole, soprattutto in questo anno difficile, che implica il dover tener conto di tante e diverse variabili che rendono l'attività di questi professionisti più o meno significativa. È però anche un esercizio che ci consente di ragionare su alcuni tratti che emergono dai profili che troverete descritti in questo numero del nostro magazine e in ultima istanza su quelle che sono le caratteristiche dei leader di mercato, presenti e futuri.
La leadership è l'elemento essenziale per potersi distinguere in un mercato sempre più affollato e competitivo come quello finanziario e in costante evoluzione. Cosa rende i leader tali? In una società sempre più interconnessa e tecnologica, in cui i cambiamenti disruptive sono all'ordine del giorno e il progresso corre spedito e non si guarda indietro, serve innanzitutto una buona dose di visione.
Anticipare i trend, guidare e non farsi trasportare dal mercato, è il primo ingrediente. Chi resta indietro è destinato a sparire. Chi esegue e basta ha poco spazio. Chi ragiona basandosi sui vecchi modelli di business avrà vita breve. Non è un caso che molti di quelli presenti in questa lista hanno costruito da zero operazioni, società e quartieri o hanno per primi introdotto sul mercato delle innovazioni che oggi sono di uso comune.
Per fare questo serve anche una buona dose di audacia ma anche di prudenza. In un sistema interconnesso per via di tecnologia e globalizzazione, i leader dovrebbero concentrarsi sull'attuazione di iniziative mirate ma dal grande impatto e in modo eccellente e cruciale, il che richiede un'attenzione simultanea alla prudenza, perché un minimo errore può amplificarsi al punto tale da distruggere ogni risultato. Esattamente come può fare un virus.
La finanza non può sentirsi sempre esente dagli errori e ciò vale ora molto più di dieci anni fa. Il motivo è semplice: con la crescente attenzione al sociale, alla governace e all'ambiente, con un capitalismo degli stakeholder emergente e alla luce dei nuovi movimenti sociali, la reputazione e la visibilità sono tutto.
Qui c'è da fare un appunto. Per molti dei professionisti di questa lista la sola parola "visibilità" può far venire i brividi. Molti di loro puntano tutto sulla qualità dell'operato ? che è sacrosanta - e sul relativo passaparola garantito da un solido network, relegandosi dietro a un low profile. Viene da chiedersi quanto questo modo di lavorare potrà ancora essere efficace, con la crescita delle nuove generazioni (di professionisti, di clienti e di consumatori). D'altronde viviamo nell'era della comunicazione, dove anche gli aspetti più intimi della propria esistenza vengono venduti sulla base di quante più persone li vedono e li commentano. Pensare che questo sia un trend che non riguarda la finanza è un errore. E non è neanche questo un caso se molti di quelli ai primi posti della classifica conoscono bene la comunicazione e sanno sfruttarla a loro vantaggio.
Ultimo, guidare sistemi complessi e interconnessi richiede positività e averla è un esercizio di sofisticazione, non ingenuità. Positività significa fiducia, cooperazione e collaborazione con il proprio network e i professionisti della propria organizzazione. Ingredienti fondamentali per affrontare i cambiamenti del mondo post Covid-19.