Come ogni anno, il report Emerging Long-Term Megatrends dell'Italian Institute for the Future elenca dieci fenomeni emergenti da tenere d'occhio per la loro capacità di produrre effetti dirompenti sul lungo termine, trasformandosi in potenziali megatrend. Come spiega il presidente dell'IIF, Roberto Paura: "Se esistono molti strumenti per analizzare l'evoluzione di un megatrend (a maggior ragione quando si tratta di dinamiche che possiedono una loro linearità, come quelle demografiche), individuare i segnali deboli e i conseguenti fenomeni emergenti è un esercizio che rientra nel più scivoloso terreno che Bertrand de Jouvenel chiamava 'l'arte della congettura'. Ciò nonostante è un esercizio indispensabile, perché oggi siamo più che mai consapevoli della necessità di anticipare quegli scenari che potrebbero produrre trasformazioni disruptive e prepararci in modo adeguato".
Il rapporto Emerging Long-Term Megatrends 2021 si apre con le prospettive del long Covid, l'insieme dei sintomi persistenti riportati da pazienti affetti da Covid-19 (circa uno su dieci) mesi dopo la remissione della malattia. Gli effetti ancora sconosciuti del virus Sars-CoV-2 sul lungo termine potrebbero includere malattie autoimmuni nuove o già note, patologie neurologiche come il parkinsonismo o l'Alzheimer, o anche patologie nuove come fu l'encefalite letargica dopo l'influenza spagnola (anche se la comunità scientifica non è concorde sulla correlazione tra le due epidemie). Sarà necessario investire in follow-up di lunghissimo termine per anticipare con nuove terapie queste potenziali conseguenze.
Gli choc prodotti dai lockdown hanno messo in evidenza le vulnerabilità delle catene di approvvigionamento, riportando in auge il dibattito sul re-shoring, la possibilità di far rientrare dall'estero segmenti della filiera produttiva di molte aziende che, in passato, hanno scelto la delocalizzazione. L'aumento degli stipendi e del costo nella vita nei paesi emergenti e la maggiore convenienza dell'automazione, insieme a nuovi orientamenti dei consumatori verso la "filiera corta", avevano già accelerato questo processo. Ora il re-shoring da opportunità economica potrebbe diventare una vera e propria esigenza strategica.
Il lancio da parte di OpenAI della sua nuova intelligenza artificiale, GPT-3, ha fatto molto parlare in questi mesi: al di là dell'hype che spesso si associa con i temi dell'IA, è innegabile che siamo di fronte a un salto di qualità nella capacità di imitazione del linguaggio naturale, che apre enormi prospettive. Da un lato, GPT-3 e i suoi successori possono sostituire gli esseri umani in una molteplicità di compiti finora considerati di nostra esclusiva pertinenza, accelerando l'automazione del lavoro; dall'altro, le scelte di Microsoft (principale finanziatore di OpenAI) sono la spia di un nuovo processo di concentrazione del mercato delle IA avanzate nelle mani dei giganti del digitale.
Il crollo del prezzo del petrolio dovuto alla pandemia e alla crisi economica che ne è derivata potrebbe non essere meramente congiunturale: secondo le stime di BP, il picco della domanda di petrolio potrebbe essere già stato superato e la domanda non ritornerà ai livelli pre-Covid. Ciò a causa di un insieme di fattori: l'accelerazione dell'elettrificazione dei trasporti e della quota parte di energie rinnovabili in questo processo; le normative stringenti dei governi per conseguire gli obiettivi degli Accordi di Parigi; la maggiore convenienza, negli USA, dello shale gas; la preferenza, nei paesi emergenti, per carbone e gas naturale.
Il passaggio alla didattica a distanza per far fronte alle esigenze dell'istruzione in un mondo costretto al confinamento ha riaperto il dibattito su rischi e vantaggi dell'esposizione al digitale delle nuove generazioni. Ma la vera posta in gioco è rappresentata dalla corsa dei tech-titani al grande affare della didattica a distanza: piattaforme MOOC, server cloud, progetti di realtà virtuale sono tra le soluzioni offerte da Microsoft, Amazon, Facebook, Tencent, Alibaba negli USA come in Cina, con l'obiettivo di approfittare del passaggio forzato al digitale per introdurre il loro approccio disruptive nel mondo dell'istruzione, diventando concorrenziali rispetto a scuole e università.
La prossima wild card dopo il Covid-19 potrebbe essere una cyber-pandemia. Nell'ultimo anno gli attacchi informatici sono aumentati in modo esponenziale e lo smart working si è trasformato in una gigantesca opportunità per gli hacker (sia di gruppi criminali che al servizio degli Stati) di infiltrare le reti di grandi imprese e agenzie di governo, come è avvenuto negli Stati Uniti, dove il governo americano è stato vittima della più grande infiltrazione informatica della storia. Malware e worm hanno una straordinaria capacità di contagio, destinata ad aumetare con l'Internet of Things: il prossimo choc potrebbe essere provocato da un blackout della rete Internet o di servizi digitali essenziali.
Il Fondo Monetario Internazionale ha iniziato a cambiare musica: di fronte all'impatto del Covid, l'FMI ha riconosciuto che le politiche di austerità hanno fatto più male che bene, riducendo gli investimenti in sanità, edilizia pubblica e ambiente, rendendo le economie avanzate più vulnerabili alla crisi pandemica. Il "nuovo ordine" della politica economica internazionale sembra intenzionato a mettere in cima alle priorità lo stimolo fiscale, gli investimenti pubblici e la creazione di posti di lavoro per contrastare gli effetti di lungo termine di licenziamenti di massa, disoccupazione e bassa crescita.
Il mercato dell'aviazione civile ha subìto nel 2020 la sua crisi più grave: i flussi di passeggeri non ritorneranno ai livelli pre-Covid prima del 2023, nel migliore dei casi, e nel frattempo compagnie e industrie dovranno affrontare licenziamenti e indebitamenti. Ad approfittarne saranno forme di mobilità alternativa, dalle ferrovie ad alta velocità al futuro sistema Hyperloop, dai progetti di Urban Air Mobility su cui si concentra oltre un miliardo di investimenti al nuovo comparto dell'ipersonico. Il mondo dei trasporti si avvia dunque verso un nuovo equilibrio.
Come negli anni immediatamente successivi alla crisi del 2008, le banche centrali sono tornate a immettere liquidità e a tagliare i tassi d'interesse nel tentativo di sostenere la domanda ed evitare una nuova recessione di lungo termine. Ma da un lato, un'analisi di lungo termine delle conseguenze del quantative easing mostra che la crescita è rimasta, in Europa, al di sotto dei livelli pre-2008; dall'altro, a contare è sempre più il sentiment dei risparmiatori, preoccupati dalle incertezze di una società liquida e portati a scelte azzardate che potrebbero ulteriormente erodere il loro potere d'acquisto. Si delinea insomma all'orizzonte una nuova "trappola della liquidità".
Cresce il mercato dei digital twins: i "gemelli digitali", repliche digitali o equivalenti virtuali di prodotti e processi destinati ad avere ampia diffusione nell'industria manufatturiera come nella gestione delle supply chain, per la loro capacità di simulare scenari e consentire interventi in ottica anticipatrice e in modalità remota. Singapore e Regno Unito stanno inoltre investendo nella realizzazione di gemelli digitali di intere città, un salto di qualità nello sviluppo delle città intelligenti. Non è più fantascienza immaginare per il futuro un gemello digitale per ciascuno di noi, che interagirà in parziale autonomia nel metaverso, l'evoluzione VR/AR dell'Internet attuale.
Il rapporto Emerging Long-Term Megatrends 2021 è disponibile gratuitamente in formato digitale.
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