Vitaldo Conte_Futurismo Download (BELLOLI, SCRIVO, RONCO, CONTE....)
Vitaldo Conte: Poesia (verbale e visuale) in Futurismo testimonianze
«La sintesi, il verso brevissimo a volte di una sola parola, la simultaneità, l'omissione della punteggiatura, il significato del contenuto che potrebbe sembrare slegato, ecc., sono gli elementi essenziali della poetica di Vitaldo Conte, connessa e/o influenzata dai Manifesti di F.T Marinetti (…). Credo, quindi, che il nostro poeta possa facilmente andare più oltre, ossia avanzare verso ulteriori esperienze che lo condurranno a raggiungere più velocemente, e forse oltrepassare, i traguardi della poesia futurista.»
Luigi Scrivo ('Futurismo = Artecrazia')
«A noi piace il ghiaccio caldo di questa sintesi interna
"mi offri un fiore di ghiaccio / lo sciolgo / con l'acqua bagno il tuo corpo d'amore"
lavacro da ultima cena sensuale futurista
Noi non cancelleremo la fama di Conte poeta Nella valle deserta della megalopoli (…) il suo nome sarà più in alto Noi lo stiamo gridando fortissimamente»
Umberto Luigi Ronco ('Futurismo-Oggi')
"mi offri un fiore di ghiaccio / lo sciolgo / con l'acqua bagno il tuo corpo d'amore"
lavacro da ultima cena sensuale futurista
Noi non cancelleremo la fama di Conte poeta Nella valle deserta della megalopoli (…) il suo nome sarà più in alto Noi lo stiamo gridando fortissimamente»
Umberto Luigi Ronco ('Futurismo-Oggi')
"Marinetti / poesia visiva costituisce per me, oltre che l'indicazione di un confronto, l'inizio pubblico del mio rapporto con il Futurismo. Questa indicazione ha caratterizzato molti dei miei percorsi teorici e artistico-letterari. Nel 1976 si svolse a Roma un significativo convegno per il centenario della nascita di Marinetti dal titolo Marinetti domani. Tra i partecipanti c'erano studiosi e critici, ma anche poeti come Enzo Benedetto e Francesco Cangiullo. A questo evento fui invitato anch'io come relatore (poco più che ventenne, ero decisamente il più giovane) con una relazione appunto su Marinetti / poesia visiva. Gli atti del convegno furono poi raccolti in una pubblicazione nei 'Quaderni di Futurismo-Oggi' (n. 19, 1977). Il mio intervento era costituito da un capitolo della mia tesi in gestazione sulla visualità nella letteratura italiana. Nel presentarmi, Francesco Grisi (moderatore dell'incontro) esclamò: «Dopo la voce della maturità, sentiamo la voce dei giovani".
Vitaldo Conte (in AA.VV., Marinetti 70, a cura di Antonio Saccoccio e Roberto Guerra, Armando Ed., Roma 2014)
Vitaldo Conte (in AA.VV., Marinetti 70, a cura di Antonio Saccoccio e Roberto Guerra, Armando Ed., Roma 2014)
«le strutture tensive di vitaldo conte si sostanziano di percettibilità immediata e le parole che le concludono a supporto di integrazione fabulata non dovranno intendersi come didascalie complementari all'evento segnico. si tratta di segni-segnali (…).
quello che l'aeropoesia futurista si era dimenticata di realizzare, ancora preoccupata dal canto, pur parolibero, di eroismi civili, anche epopeici. (…) vitaldo conte depassa la profezia grafosegnaletica di pino masnata che, negli ultimi anni della propria operatività poetica, aveva portato a conseguenze estreme le intuizioni degli "stati d'animo disegnati" dallo scrittore futurista giuseppe steiner raccolti in una curiosa brossura edita da f.t. marinetti, a roma negli anni trenta, per i tipi di «poesia».
questo risultato ultimo della ricerca di vitaldo conte, poeta lineare e indagatore di possibilità microvisuali del linguaggio imagato, mi interessa e interessa. oggi vitaldo conte può aspirare a buon diritto a cittadinanza culturale internazionale. nell'ambito delle tendenze più avanzate della poesia di ricerca europea, dell'integrazione parola-segno, l'operare recente di vitaldo conte si presenta del tutto autonomo e significante.
conte ci suggerisce un modo diverso di ascesa virtuale dove il volo è già protostoria tecnologica e lo spazio extraterrestre non ospita l'astronauta militarizzato ma impossibili colibrì angolati. l'imperativo del volo di questo operatore del linguaggio re-ferente si risolve in candido dialogare di cesure fortemente minimali per un codice decifrabile in tempi visivi ultrarapidi.»
Carlo Belloli (presentazione della cartella verbo-visuale di V. Conte, Impronte eolovisuali, Campanotto Ed., 1981: pubblicata su 'Futurismo-Oggi')
quello che l'aeropoesia futurista si era dimenticata di realizzare, ancora preoccupata dal canto, pur parolibero, di eroismi civili, anche epopeici. (…) vitaldo conte depassa la profezia grafosegnaletica di pino masnata che, negli ultimi anni della propria operatività poetica, aveva portato a conseguenze estreme le intuizioni degli "stati d'animo disegnati" dallo scrittore futurista giuseppe steiner raccolti in una curiosa brossura edita da f.t. marinetti, a roma negli anni trenta, per i tipi di «poesia».
questo risultato ultimo della ricerca di vitaldo conte, poeta lineare e indagatore di possibilità microvisuali del linguaggio imagato, mi interessa e interessa. oggi vitaldo conte può aspirare a buon diritto a cittadinanza culturale internazionale. nell'ambito delle tendenze più avanzate della poesia di ricerca europea, dell'integrazione parola-segno, l'operare recente di vitaldo conte si presenta del tutto autonomo e significante.
conte ci suggerisce un modo diverso di ascesa virtuale dove il volo è già protostoria tecnologica e lo spazio extraterrestre non ospita l'astronauta militarizzato ma impossibili colibrì angolati. l'imperativo del volo di questo operatore del linguaggio re-ferente si risolve in candido dialogare di cesure fortemente minimali per un codice decifrabile in tempi visivi ultrarapidi.»
Carlo Belloli (presentazione della cartella verbo-visuale di V. Conte, Impronte eolovisuali, Campanotto Ed., 1981: pubblicata su 'Futurismo-Oggi')