Davide Foschi e Franco Battiato....

IL CASO BATTIATO:
NON HANNO ANCORA CAPITO QUANTO SIA STATO GRANDE E GIÀ COSÌ È INDIMENTICABILE
Che Battiato fosse amato da così tanta gente è un fenomeno quanto mai incomprensibile: Franco era un timido, schivo, ruvido, graffiante ma con educazione, poetico anche quando saltellava vestito in giacca e cravatta.
Franco era esteticamente improponibile come classica popstar però pochi sapevano essere affascinanti come lui: il suo carisma entrava direttamente nell'anima e la pupilla neanche faceva in tempo a registrarlo, ipnotizzata dai suoi occhi curiosi d'eternità.
Franco parlava nelle camzoni che tutti fischiettavano senza capirne il senso del testo di esoterismo, di meditazione, di filosofia, di mistica, di storia delle religioni, passando da Aurobindo a  Yogananda, da Guénon a Gurdjieff con la disinvoltura di uno stambecco sulle pareti delle montagne a strapiombo sull'infinito.
Le canzoni e tutte le composizioni di Franco, comprese quelle nate dalle collaborazioni, non avevano nulla a che fare con il resto della musica che ci balbetta intorno: violini e sintetizzatori, batterie e cori russi, rock progressive e pop che non ti mollava più, brani di musica classica da farti sognare e pezzi "alla Stockhausen" che in Italia ci provavano in tre e ce ne è riuscito giusto uno; rock ed etnica; suoni mediterranei ed africani, panorami uditivi russi ed oasi sonore dei deserti. Impossibile unire tutto questo dal punto di vista musicale? Beh, fino a Battiato sì. Il problema è che sembra impossibile anche ora, anche dopo.
Perchè alla fine son tutti figli di Battiato e non solo cantanti e musicisti, come loro stessi ammettono ma nessuno ha saputo proseguirne il lavoro.
Nessuno ne ha la statura, la preparazione e il carisma.
Nessuno ha la sincerità, soprattutto, che contraddistingue Franco, quella per cui vivi come canti. Pensateci.
Io i suoi messaggi, il suo mondo multiforme e infinito, profondo, ermetico, mistico ed esoterico ma capace di essere fischiettato da tutti ho sempre cercato di portarlo in pittura; quello è il mio mondo, il mio talento fin da quando ero nella culla. Il caso vuole che ci scoprimmo lavorare entrambi (vista la sua passione per la pittura) sui fondi dorati, rappresentanti dell'eterno divino, del passato che è sempre presente. Ma il mio Maestro vivente, oltre a mio padre, è stato un musicista, un cantautore catanese geniale ed umano come pochi, ancora non compreso nella sua grandezza nonostante che ora, non più presente sul piano fisico, è già il più grande di tutti.
Davide Foschi
www.davidefoschi.it