Roby Guerra, Futuropa e Commodore 64 (1984-85) ( I Nostri Libri Story )
Futuropa e Commodore 64 (1984-85)(Poeticamente)
Con la rivista Poeticamente di Lamberto Donegà con cui collaborammo per oltre 10 anni (all'epoca per la poesia la rivista editoriale più avanzata a Ferrara- e non solo) in piena era nucleare, pubblicammo due silloge: plaquette su inchiostro verde e carta bianca, eleganti e decadenti raffinate secondo lo stile di Lamberto..., "formalmente" sempre con il metodo uni-verso per riga per accentuare la nostra poetica dell'uomo-macchina.
Entrambe futuriste in pieno, ma con il senno di poi, pur praticamente contemporanee (euforia della giovinezza), in effetti anche assai diverse,
Futuropa fu la raccolta più hard letteralmente che scrissi, come scrisse un giornale veneto, in piena atmosfera apocalittica per la situazione internazionale da guerra fredda tra Usa-Reagan e la Russia (Urss) comunista, postatomica. E parallelamente da un lato denunciavo la già evidente patologia democratica occidentale e in particolare europea, oltre al ruolo già decisivo dell'informatica, della biogenetica e all'urgenza di una rivoluzione elettronica generazionale fortemente ribelle e virtuosa, finalmente esaurito il '68 boomerang residuo; dall'altro avevo il sogno di una Europa diversa, forte, di matrice culturale primo novecento, futurista o persino romantica decadente, capace di ergersi a baluardo contro lo strapotere (e il pericolo nucleare) di Urss e Usa.
Commodore 64, dedicato quasi a Charlotte, a Asimov, ecc. e i giocattoli elettronici come simbolo di una nuova generazione, fu la migliore e armonica delle mie silloge: versi caldi freddi elettronici, come una trottola, misurati: già il titolo del computer di massa più famoso e i videogiochi segnalava una nuova cultura ludica e scientifica possibile.
Mi divertii molto a scriverlo e per la prima volta, con quasi serenità, ero e sono tutt'ora convinto che ero un poeta elettronico, al passo con il futuro. Sulla stampa, uscì la mia prima intervista (Resto del Carlino, a firma B. Diolaiti). Mi sentivo senza turbolenze nel futuro.
Furono anche anni, più o meno di performance, con la rivista Poeticamente. Sotto il grattaielo a una Festa dell'Avanti socialista, andai proprio grazie a poesie composte (anche la voce!)con il Commodore 64, in tape, a cui attinsi spesso in seguite come poeta sonoro elettronico, poi in CD...e - dal 2000 inoltrato in videopoesie su You Tube.