Angelo Giubileo, Il fanciullo di Eraclito (Tiemme Digitali, 2021)- Il Burattinaio
La specie umana è dedita, per il novanta per cento del proprio tempo, a inventare storie e a scambiare informazioni. Tutte cose non naturali. Tutte cose finte. Ha scritto Giorgio de Santillana: «Le nuove sintesi, se ancora ve ne sono di possibili, si trovano oltre l'orizzonte Riccardo Roversi
Nuovo ebook libro postfilosofico per il giornalista e filosofo Angelo Giubileo: continua la sua ricerca originale per una diversa modernità nobile fuori dal coro dell'accademicismo filosofico, reiventando le grandi intuizioni "epistemiche" di Parmenide e i filosofi presocratici in genere, ora in certo senso focus Eraclito, poggiando nello specifico storico più recente oltre Heidegger e su Santillana. Altri orizzonti anche per la cosiddetta "divina" scienza, oltre certa crisi attualissima postvirus per un scienza libera fondamentale. La scienza E' e in certo senso, sorprendenet nel testo già intertestuale, certa analisi "originaria" e anche diveniente sui witz del inguaggio, delle stesse singole consonanti e vocali, sui "segni" (R.G.)
DAL TESTO
IL BURATTINAIO*
Il tempo è un fanciullo che gioca spostando i dadi: il regno di un fanciullo
(Eraclito)
Nel corso della propria storia evolutiva, l’“umano” ha imparato a smontare, montare e rimontare - figurativamente e in letteratura - ogni singolo elemento o parte dell’intero, così come un bambino gioca con i mattoncini del Lego. Nell’arte simbolica e letteraria, volendo fare un esempio, abbiamo che Lucifero, da portatore di luce, astro che precede la luce del giorno, diventa Satana, e cioè l’avversario. Ciò che attualizza un processo e quindi un modello narrativo che inneggia alla separazione dell’Essere-che-è. La storia della separazione è però una storia fatta di inganni. A partire dall’inganno per così dire originario di Eva. Il Serpente - erede della diversa cultura ofidica e uroborica, che condivide l’immagine unitaria e in misura paritaria della luce e della tenebra “divina” (cfr. Parmenide) - diventa pertanto il “Costruttore”: colui che simboleggia e argomenta la possibilità di una “teoria del Tutto”, che risale agli albori dell’Antropocentrismo. Milioni di anni fa. Da costruttore, mediante l’inganno della simbologia e della letteratura cristiana, il Diavolo, esattamente “colui che divide”, diventa quindi il “Distruttore”. E Dio, all’opposto, “colui che unisce” mediante l’atto di creazione.
Il Diavolo è un dubbio modernista, sofismo e antitesi di quel Dio cristallo antropomorfo, immutabile nella sua onnisciente saggezza da calendario business, barba bianca lunga e fluente compresa nel prezzo.
«Soltanto col Cristianesimo, l’uomo tocca l’abisso della disperazione e diventa preda del demoniaco...il satanismo non può sorgere che all’interno del Cristianesimo stesso» (S. Kierkegaard, Il concetto dell’angoscia, la malattia mortale, Sansoni, Firenze, 1965, pp. XX, XXI. Sul concetto di demoniaco secondo Kierkegaard si veda p. 160 e ss.)
Satana, braccio sinistro della Y, è ed è stato per secoli un affare nelle mani della Chiesa, un ribelle creativamente malvagio, un trasformista, teatrante, uomo, donna, rospo, cane, cavallo, gatto preferibilmente nero, serpente tentatore di Eva e non solo... Egli è istruito, sensuale, rigattiere dell’anima, conosce le lingue e il lato debole di ogni essere umano. Può essere definito democratico, monista e nient’affatto misogino, nonostante il cattolicesimo lo sia profondamente.
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