libri (perduti) futuristi..


....... Editorialmente il futurismo vive di libri folli, introvabili, inimitabili, mitizzati, dai prezzi gonfiati, ricercatissimi. Tutti li cercano, ogni tanto qualcuno si ritrova. Ad esempio: il giallo e l'Azzurro (il titolo è così: in maiuscolo solo Azzurro), un libro di Armando Cavalli (1893-1950) - futurista solo per un soffio d'anni attorno alla Prima guerra mondiale - diventato nel tempo un fantasma. Il libro fu stampato nel 1915 in una tipografia faentina, forse in cento-centoventi esemplari. Quindi, esiste. Che sia introvabile, «ni» (delle copie originarie se ne sono salvate pochissime, ma, come insegnava sua librità Roberto Palazzi, ogni libro è «trovabile»: se viene stampato prima o poi si trova). Resta il fatto che è rarissimo. Dell'opera si conoscono otto copie in altrettante biblioteche pubbliche, altre forse in mani private. Ma quante? E dove? Il libro, su cui i grandi collezionisti di futurismo sbavano, di per sé è un semplice fascicolo di una cinquantina di pagine, copertina viola senza scritte, carta nientediché. Ma per l'estetica tipografica è un gioiello: pagine punteggiate da parole in libertà, in caratteri e corpi diversi, che si alternano a pagine bianche, fino a sfumare in un «bianco impalpabile»... Insomma, un libro imperdibile. E proprio perché perso, la Libreria antiquaria «Pontremoli» di Milano, il sancta sactorum del futurismo, pubblica oggi un'edizione anastatica in 130 esemplari numerati: Armando Cavalli, il giallo e l'Azzurro (Libreria Antiquaria Pontremoli, pagg. 80, euro 35) con una dottissima introduzione di Antonio Castronuovo e una postfazione - sfavillante, as usual - di Pablo Echaurren (sì, fu lui a gridare: «Il mio regno per un Cavalli!»). Ora è l'anastatica ad essere imperdibile.
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