Vitaldo Conte: Rosa Rossa in sguardi di Eros Donna

 
Vitaldo Conte: Rosa Rossa in Sguardi di Eros Donna / Demone della Trasformazione (Tiemme Edizioni Digitali, 2020)

La rosa rossa è stata, e continua a esserlo, per mistici o avventurieri, artisti o letterati, una maschera simbolica con cui esprimere percorsi alchemici dell'anima e dell'amore. Come lo è stata, e lo è ancora, per me, caratterizzando il mio pensiero e le mie pagine di corpo-desiderio fra scrittura e arte. Che attraversano i miei viaggi interiori e sotterranei. (…) Questi m'inducono a ricercare incontri e luoghi predisposti a "entrare" nei segreti della mia "narrazione", seguendo il filo della rosa rossa.

Rosa rossa in eventi di scrittura-arte del desiderio con testimonianze 

Presento la rosa rossa come suggestione d'arte, per la prima volta, a Parma il 4 maggio 1998, nell'evento Il borderline rosso dell'amore. Una rosa rossa, su un foglio bianco, è offerta alla luce e al fuoco di candele rosse sotto un borgo gotico. Espongo il testo-presentazione: – La scrittura del desiderio può ricercare il limite estremo del proprio esistere come traccia: scomparire per divenire reliquia, feticcio d'amore e di contagio. Può spossessarsi del possesso del proprio scrittore per essere presa, manipolata, strappata, e anche bruciata per farsi luce, cenere, imprevedibile residuo –.

Disperdo, al termine di un evento in cui leggo testi di poesia, Petali parole di desiderio, il 15 maggio 2008, in uno dei luoghi che amo di più a Roma: la Casina delle Civette di Villa Torlonia. A questa offro una rosa rossa di memoria alchemica per i suoi segreti richiami d'amore.
«Tra linguaggio poetico ed evento d'arte, la lettura, curata da Ugo Magnanti e Vitaldo Conte, aspira a declinare in termini sinestetico-simbolici la remota e travolgente propensione della natura, quella del desiderio» ('Reportline').

Le bocche e i volti delle amanti di un Estremo Amore possono trasmutarsi in maschere di Arte Ultima. Possono diventare rosse come rose che si offrono per divenire donazioni di desiderio. Fire Desire (Rosa rossa narrazione di Arte Ultima) è il titolo del mio intervento nell'esposizione Assonanze e Respiri al Museo Civico Archeologico di Anzio (2017). Il mio dvd Fire Desire (2010), in visione durante l'incontro, vuole essere una narrazione della mia storia di eventi sulla rosa rossa.
Le mie opere e sfere di carta, disperse negli ambienti, sono in colloquio con oggetti-feticci. Costituiscono, insieme, il filo espositivo della mia storia di desiderio sulla rosa rossa. Scrivo sul catalogo: "La rosa rossa può esprimere la rotta per molteplici erranze interiori ed espressive, in cui realtà e visionarietà convivono. Come può divenire l'indicibile di-segno di una mistica d'amore che diviene arte in progress. (…) Come può esserlo un Estremo Amore con il suo filo rosso nell'oltre…".

La carta desiderante vuole essere un corpo d'amore, come quando s'incarna in una Rosa rossa Desiderio. Il mio Texte Désir diviene il molteplice corpo-suono di un nomadismo del desiderio. Lo espongo come opera di Arte Ultima a Brindisi (2018), facendolo scendere da una scala. Sul suo contatto finale a terra c'è una rosa rossa. Due piccole candele rosse, che lo illuminano, costituiscono un ulteriore filo rosso di arte-narrazione.

Sottolinea Giovanni Sessa: «Il percorso performativo dell'autore ripropone ciò che nel mondo antico, l'iniziato incontrava all'apice della celebrazione dei Misteri dionisiaci. (…) In sintesi, la proposta di Arte-Vita di Vitaldo Conte è esemplarmente espressa dal simbolo che egli ha spesso utilizzato nelle esposizioni, atti performativi ed installazioni, la rosa rossa».

I corpi d'amore, incontrati nella vita, si trasmutano come creazione negli sguardi pulsionali della memoria. Mi piace ritrovare infatti una mia antica fotografia, "manipolata" da me in un lavoro artistico, sul catalogo di Nudo di donna (2018), una mostra itinerante in Sicilia. Questa immagine riprendeva il corpo nudo di una mia amante, posseduto simbolicamente dal gambo di una rosa rossa. È "graffiato" nel presente con la memoria del suo desiderio.

«La rosa rossa è un suo leit motiv nella scrittura e nelle performance tra arte e azione teatrale. Ma basterà ricordare la performance più audace: lanciarsi, assieme al suo tutor, col paracadute con la rosa rossa in bocca. E poi il suo pensare, il suo essere, il suo fare e scrivere, tutto è tinto di rosso "fuego". Lo fa anche senza sforzo. Basti pensare che usa due parole che si differenziano per il fatto che l'aggettivo rossa ha una "s" in più. Certo il suono è diverso: dolce quello del fiore, aspro quello del colore».
Carmelo Strano ('Fyinpaper', 2020)

«La rosa rossa costituisce il file (…) rouge di queste biografie/opere intrise di arte/vita, al di là di ogni possibile dicotomia fra carnalità e spiritualità, realtà e immaginazione, vita materiale e letteraria. I confini sfumano nel dominio onirico della rosa rossa. (…) È poi lo stesso Conte a entrare personalmente in una narrazione estrema di eros come desiderio tramite il proprio avatar letterario – Vitaldix –, nel rapporto, fatto di scambi, performance artistiche e happening simbolici, con i suoi alter ego femminili – le T Rose". (…) Conte/Vitaldix danza così con la rosa rossa, in un turbinio senza fine. Fra scrittura, performance, mondo della vita. Richiamando lo spirito futurista che si enuclea archetipicamente in Dioniso (…) e risuona nelle danze estatiche – come in quelle tremende e indimenticabili che accendevano le notti fiumane.»
Luca Siniscalco ('Pangea.News', 2020)