Nietzsche e la felice Scienza


di Roby Guerra


La droite vu de gauche 2.0

La Gaia Scienza e Umano Troppo Umano, in controluce L'Anticristo sono forse le opere del ciberprofeta di Zarathustra che più attraversano il discorso scientifico possibile. In tali lavori la critica persino epistemica alla modernità e all'era cosiddetta democratica nascente, "esegesi" poi spesso se non quasi esclusivamente privilegiata come avvento del nichilismo e  precursore  di ogni "rivolta contro il mondo moderno", nelle analisi infinite su Nietzsche, appare in quasi witz ditirambi in pieno zoom, ma nella sua doppia modulazione verso l'avvenire (filosofia...) che è tempo di certficare d'altrettanta se non superiore, visto il cibermondo attuale, lungimiranza e geniale anticipazione del filosofo di Basilea. Di pù, Nietzsche ciberprofeta in tal senso, al passo con la  sua stessa paradossale ironia neocinica (da cui anche il grande fascino meramente letterario persistente), segnala tutt'oggi  riflessioni e riflessi lunari - finalmente al chiaro di Luna eretico- forse ineditamente propulsive per certo stesso Immaginario culturale di fine ottocento e primo novecento spesso hardware della cosiddetta Intellighenzia di destra.  Zarathustra oggi può ancora suggerire una riassimilazione della rivoluzione scientifica storica e contemporanea e che continua, alla luce in particolare della rivoluzione elettronica cosiddetta e di Internet e i suoi effetti multitasking nel libero pensiero e nel quotidiano stesso, spesso ancora sottovalutata da qualsivoglia nuova nuova destra, metapolitica, metaculturale (fermo restando certo ovvio relativismo nel segnalare ancora la questione della destrasinistra o sinistradestra, categorie in sè estinte almeno nella dimensione.... Meta).  Più precisamente, qua e là,  in Italia almeno in certe esperienze recenti, da quella di Nuova Oggettività e in certa misura della stessa ultima  Scuola Romana di filosofia politica, dei vari Giovannini e Sessa, oppure in ambito più strettamente nativo digitale, i vari Scarabelli e Siniscalco (Rivista Antares), lo stesso Balducci e altri, certa riformattazione di certa stessa letteratura quasi registro di sistema in certo Brain Droite, Junger e Heidegger, tra altro futuribile e tradizione verso il 2.0 o tradizionalità, sono, secondo noi, già memi precisi in tali orizzonti. Zarathustra Nietszche può essere però il detonatore e diversamente radiografo meno filosofico e forse più pragmatico in certo senso.  Nelle opere in particolare succitate, si potrebbe parlare di Nietzsche e Intelligenza Artificiale ante litteram, sospendendo quest'ultima come nuovo grande paradigma del nostro tempo e nei suoi effetti sia concettuali che settoriali per le varie neuropsicologie e neuroscienze attuali, l'antica mente umana o superumana o psicologia in fondo che "vagheggiava" con parole dinamite sublimi Nietzsche.  In tale rotta, che elaboro chiarendo subito un gioco linguistico peculiarmente letterario se non poetico, nel cosiddetto bene e nel cosiddetto male, per cui chiedo cordiale comprensione, il cosiddetto oltreumano o superomismo nietzschiano, spesso malinteso e letteralmente nichilizzato, annichilito, da sponde ideologiche plurime e anche opposte, oggi va forse captato proprio come una grande piscologia poietica in divenire: non tanto in senso di possibili ma non soddisfacenti retrosintesi hegheliane, spirito e scienza, dopo Nietzsche, ma in modulazioni per forza di storia più complessa/e, come è complessa e multitasking  la tecnorealtà o il tecnoimmaginario contemporanei.  Oppure, certo antiscientismo contemporaneo, d'ispirazione anche ecologico culturale/sociale  ha da tempo o meglio pretende di reinventare certa sintesi Umanesimo e Scienza, con certo ritorno paradigmatico a visioni  modelli olistici, in tal senso spirito e scienza, ma non è sufficiente.  Rimandiamo invece a un testo di Norbert Wiener, introduzione stessa del'autore al suo La Cibernetica,  Padre della Cibernetica  e in certo modo quindi dell'AI, spesso sottovalutato invece secondo noi fondamentale proprio per il discorso in questione:  "Tempo Newtoniano e Tempo Bergsoniano" che Wiener con grande acutezza e penetrazione quasi consegnò all'archeoscienza,  tracciando proprio le nascenti computer sciences come nuovo anno zero, un superamento di entrambi, storicamente e ancora oggi associati ai paradgmi scientifici (lasciando perdere ora ma solo tatticamente anche, le evoluzioni post Einstein , Heisenberg e della Meccanica Quantistica fino alle varie teoriche ultime sintesi, teorie delle stringhe e  teorie del tutto varie) o genericamenti antimoderni.   Ecco il Nietzsche Zarathustra riletto non tanto in singole o specifiche scansioni testuali o transtestuali, ma proprio come cifra  sistemica, post cibernetica  e post informatica, segnala un Tempo già meccanico-quantico almeno nell'immaginario, trascendendo sia Bergson che Newton, dove Logica e Immaginario, riaffiorano nelle loro aurore e futuri possibili, un altro futuro.  Un futuro altrove inferibile semmai anche spettacolarmente e già in superficie dall'esperienza marinettiana e futurista, come magari  lo stesso Stefano Vaj (.. anche gli stessi Delouze e Guattari, nel saggio meta-fisico sullo stesso Bergson o quello postlacaniano bestseller... L'Anti-Edipo)  quando parla di ritorno prometeico 2.0  nelle sue analisi cosiddette transumaniste (ma anche figure almeno parzialmente come Enzensberger, si veda Elisir della scienza). Certo focus proprio su  Nietzsche, tuttavia, ci pare, è potenziante...  la stessa mutazione conoscitiva futurista: il troppo umano si rivela potenzialmente danzante con l'essenza (fisica) rivoluzionaria proprio della scienza contemporanea nel suo indiscutibile veroprogresso non stop, con appunto la Fisica e le computer sciences ben oltre qualsivoglia riduzionismo ma anche qualsivoglia olismo spirtuale vecchia maniera di ritorno e fuorviante (almeno nella sua globalità). Almeno l'Immaginario generato da tale scienza contemporanea e le sue avanguardie di punta.  Nietzsche, persino come epistemologo ante litteram, oltre i vari Popper, Feyerabend, Kuhn almeno nelle implicazioni scientifico-sociali che è tempo secondo noi di articolare concretamente in scenari anche Nouvelle Droite 2.0, per superare certe zavorre ancora novecentesche che cantano troppo ancora il tramonto spengleriano della cosiddetta Civiltà. La nostra Civiltà occidentale che viene certamente da files greco pagani, giudeocristiani, anche euroasiatici, ma, e  riassumendo,  quantomeno constatata l'irriversibile matrice tecnoscientifica che oggi condiziona  e plasma  quotidianamente e strutturalmente il mondo Reale (o il suo Virtuale...), fin da Copernico, Newton e Galileo...  anche dalla rivoluzione scientifica. Che magari è il tempo, parafrasando anche Spinoza, di  immaginare e esplorare, per amplifcarla e potenziarla, come Gaia e Felice o gioiosa Scienza. Verso il Futuro nonostante tutto venuto alla luce, oltre le miccie sempre inesplose del presentismo.