Unife, il nuovo Rettore Zauli inaugura il nuovo anno accademico: per Ferrara città futura
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I tre punti del mandato de Rettore Zauli: ricerca, motivazione e semplificazione amministrativa
di Silvia Franzoni
Sono i piani del Dipartimento di
Architettura ad aver accolto la cerimonia d’inaugurazione del nuovo
anno accademico, il 625esimo dalla fondazione dell’Ateneo cittadino. I
canti del coro dell’Università e le battute di spirito dei
rappresentanti goliardici ferraresi hanno intervallato gli interventi
previsti dal corposo programma che ha intrattenuto, per l’intera
mattinata, le autorità militari e cittadine e i rappresentanti del mondo
accademico.
La consueta relazione del Rettore è
l’occasione per la definizione delle linee guida del sessennio
2015/2021, che vede il titolo di Magnifico assegnato a Giorgio Zauli;
tre i punti del programma di mandato per generare nuova conoscenza
esplicativa: “rafforzare per Ferrara lo status di Università di ricerca e
di formazione – illustra il Rettore – motivare tutti coloro che vivono
nel nostro Ateneo e semplificare le procedure amministrative per
liberare tempo di qualità”.
“Il limite di ogni società umana –
ammonisce il Rettore – nel corso della Storia è sempre stato il deficit
di conoscenze: l’Università pubblica italiana rappresenta un pilastro
fondamentale su cui poggia il destino del nostro Paese. E desidero
esprimere l’orgoglio di appartenere a un’Università che dimostra nei
fatti, quotidianamente, la sua qualità in termini di ricerca”.
Proprio la qualità della ricerca,
l’internazionalizzazione del dottorato e la collaborazione con le
imprese sono alcuni dei parametri che hanno permesso ad UniFe di
ottenere nel 2015 un finanziamento – pari a 1840000 euro – superiore
(+1,9%) a quello assegnato per il 2014. La solidità dell’Ateneo è
dimostrata poi da altre cifre: il Bilancio consuntivo del 2014, chiusosi
in positivo, e il numero degli immatricolati, in aumento nonostante il
rilevamento negativo dell’Italia quale ultimo dei Paesi Ocse per numero
di laureati nella fascia 25-34 anni. Le sfide, però, saranno molteplici.
Anzitutto gli studenti, “la nostra
principale – evidenzia – ragion d’essere”: didattica, orientamento in
uscita, mobilità internazionale ed equilibrio di genere. Poi la
centralità della ricerca scientifica, cui concorre “l’auspicato e
imminente rientro di UniFe fra i soci CFR (Consorzio Futuro in
Ricerca)”. Ancora, l’urgenza di rinsaldare il “senso di appartenenza ed
identità” dopo la scomparsa della Facoltà di Medicina e Chirurgia e la
necessità di “dibattere insieme gli indirizzi strategici che la Scuola
medica deve assumere”. Poi la sinergia tra le componenti dell’Ateneo,
tra docenti e personale tecnico amministrativo che chiede “trasparenza
– spiega Ingrid Colombari (presidente Consigli PTA) – comunicazione e
formazione capillare”. Infine l’edilizia e la sicurezza, “l’impegno
economicamente più rilevante – conclude il Rettore – dei prossimi anni”,
con la progettazione del restauro dei palazzi storici di via Savonarola
ed altre operazioni di ripristino e consolidamento di edifici
danneggiati dal sisma del 2012.
Il primo intervento della cerimonia
spetta al Presidente del Consiglio degli Studenti Leonardo Uba
che evidenzia il ruolo dell’Università come “distributore di conoscenza”
e la centralità della persona, “non prodotto né numero, ma persona”
nella filiera dell’educazione; un discorso applauditissimo, quello
del giovane Uba, e lodato da Patrizio Bianchi, assessore regionale
Università e Ricerca, cui è affidata la prolusione.
‘Universitas e globalizzazione’, questo
il titolo della lectio di Bianchi è un elogio al ‘salto di scala’,
l’esigenza di “tornare all’essenza dell’Università, di ricomporre le
scienze e trasferirle agli studenti”: la nuova rivoluzione industriale,
tuona Bianchi, “è la tensione di paradigmi così generali da risolvere i
problemi delle singole persone, una rivoluzione di mano, testa e cuore,
piena di conoscenza”. In una umanità “preda della sindrome di Babele”,
conclude, è soltanto “il coraggio del salto, del volare alto, di
innovare” che può salvare “dal restare tacchini a terra”.
A chiudere la cerimonia, la consegna del titolo di Professore Emerito al prof. Paolo Ceccarelli.