CONSIDERAZIONI SU "IL TEMPO E LA MEMORIA"

IL TEMPO E LA MEMORIA, da me pubblicato per i tipi di Ennepilibri, recensito anche, tra l'altro, da IL CARABINIERE, DA RADIO 24 de IL SOLE 24 ORE e da l'ASINO ROSSO, ricostruisce le vicende di mio padre, Casalino Michele, militare dell'Arma dei Carabinieri, dalla s della lotta ua prima mobilitazione fino al termine della Seconda Guerra Mondiale. Un'esperienza vissuta tra l'estate del 1943 all'autunno del 1945, che segna il ritorno in patria del protagonista. L'intrecciarsi crescente del dramma personale con eventi storici di più ampia portata, rivive nella narrazione scarna, sofferta, ma sempre lucida di Casalino Michele. Si tratta del filma del precipitare della situazione in Albania, dopo l'8 settembre 1943, con lo sbandamento delle forze italiane, della breve ed intensa fase di attività partigiana a fianco delle bande albanesi, sostenute dai consiglieri britannici del SOE, della cattura da parte dei tedeschi e dell'avvio verso i campi di prigionia in Europa Orientale. E' un susseguirsi di sentimenti, di sensazioni, di immagini della lotta per sopravvivere all'inferno disumano della guerra. L'itinerario quotidiano di una coscienza ferita alla ricerca di se in un teatro di morte e di rovine, il cui filo conduttore è la speranza incrollabile, anche nei momenti più oscuri. La descrizione di uomini e di fatti rendono IL TEMPO E LA MEMORIA un documento che va oltre i limiti del vissuto. Testimonianza umana e struggente, il libro-diario offre anche uno spunto di riflessione storica su un conflitto che cambiò il destino del Vecchio Continente. In un recente studio pubblicato in Gran Bretagna, THE WILDEST PROVINCE: SOE in the Land of the Eagle, lo studioso inglese Roderick Bailey narra, con particolari inediti, la storia del lavoro svolto in Albania del SOE (Special Operations Executive), l'organismo dell'intelligence britannica incaricata da Churchill di coordinare i partigiani albanesi contro i tedeschi. Il contributo decisivo del SOE alla guerriglia, specialmente dopo l'8 settembre 1943, del resto, è ricordato da Casalino Michele. Il sottufficiale italiano, in particolare, riferisce di un agente britannico  e delle iniziative poste sotto il suo controllo, in occasione di uno scontro a fuoco tra partigiani e tedeschi. Le bande partigiane, tra le cui fila erano presenti miltari italiani, venivano attivamente rifornite con mezzi aerei dai comandi di Sua Maestà Britannica. Casalino descrive poi la morte dell'ufficiale inglese nel corso del furioso combattimento e il successivo rastrellamento tedesco dei superstiti in fuga, fino all'accerchiamento da parte dei collaborazionisti albanesi, alla cattura e al trasferimento in vagoni sigillati nei campi di concentramento nell'Europa dell'Est. La via dolorosa della prigionia porterà Casalino Michele e i suoi compagni di sventura ai lavori forzati sulle rive del fiume Beresina, celebre corso d'acqua che vide lo scacco di Napoleone, tra i due fuochi dell'ultima disperata resistenza tedesca e dell'inarrestabile avanzata dell'Armata Rossa sovietica verso Occidente. Negli occhi del protagonista resta  la memoria di quelle tristi e convulse giornate di bombardamenti indiscriminati e di scene strazianti, con il sacrificio di civili innocenti, vittime dell'immane disastro del conflitto. Casalino non manca di cogliere significativi segnali storici nella cronaca frenetica di quei terribili momenti (Vedi LA STORIA DI CASALINO MICHELE, Radio 24 de Il Sole 24 Ore). Il sottufficiale comprende che la corsa contro il tempo ingaggiata dai russi è volta ad assicurarsi il maggior numero di posizioni sul terreno, prima della cessazione inevitabile delle ostilità. La logica nazionalistica grande russa spinge Stalin a muovere rapidamente in direzione di Berlino, per arrivarvi rima degli Angloamericani. Casalino comprende che èp in atto in quelle ore drammatiche una gigantesca partita. In precedenza non gli erano sfuggite le voci ricorrenti di un imminente, probabile, capovolgimento di fronte da parte delle armate tedesche in ritirata a favore degli stessi Alleati. Una controffensiva tedesca era ancora possibile, infatti, nei mesi centrali del 1944. E ciò con prospettive imprevedibili per le sorti della guerra. La notizia del fallito attentato ad Hitler rende, peraltro, vana ogni aspettativa di pace anticipata. L'incontro di Casalino con i russi in un'atmosfera surreale e i rapporti non facili con i vincitori costituiscono, infine, un capitolo a parte delle memorie del sottufficiale (leggi le LUNE DI MARTE, dove si riportano le sensazioni di Casalino, quando alla radio ascolta lo svolgersi dell'imponente parata della vittoria sovietica il 24 giugno 1945 sulla Piazza Rossa). Confidenze di anni seguenti, sono contenute in altro testo (LE LUNE DI MARTE, appunto). Si tratta di documenti che offrono un nuovo contributo alla conoscenza di eventi che restano fondamentali nella storia del terribile conflitto e sui il dibattito rimane aperto. Ma che costituiscono anche un messaggio di fiducia nell'uomo e nel suo desiderio di vivere.
Casalino Pierluigi, 16.11.2014