Marinetti oltre Marinetti

Memorabile resta di Marinetti la radiocronaca in diretta del ritorno degli aviatori di Italo Balbo dalla trasvolata atlantica, un documento appassionato e ricco di suggestione futuristica. Anche Marinetti, al pari di altri interpreti della nuova tendenza delle comunicazioni, come Cecil DeMille e Berthold Brecht se pur su diverse ed opposte posizioni ideologiche, intuì l'importanza della radio e anzi cercò di fare di essa in Italia uno strumento simbolo della  modernità come stava avvenendo fin dagli Anni Venti in altri Paesi, specialmente in quelli Anglosassoni. Non solo: Marinetti vide nella radio la possibilità di superare la crisi del teatro tradizionale, aprendone le immense opportunità inespresse. Fu autore, in proposito, di un Manifesto Futurista della Radio, allo scopo di dimostrare l'enorme potenzialità in chiave di svecchiamento della cultura tradizionale. Se Marinetti fosse vivo oggi coglierebbe la qualità profetica dell'informatica e al tempo stesso ne ricaverebbe un modo nuovo per raccontare la storia dell'uomo nuovo, coniugando realtà ed immaginazione. Il genio futurista di Marinetti avrebbe certamente esultato di fronte alle straordinarie capacità espressive di internet e sicuramente avrebbe compreso il significato profondo delle imprese spaziali, con tutto il fascino spettacolare e intellettuale che l'avventura nel cosmo comporta per le innumerevoli e favorevoli ricadute scientifiche e creative. Oggi Marinetti potrebbe autodefinirsi neo-futurista a tutti gli effetti. Un misurare l'universo in movimento di notevole spessore,quello di Marinetti,che spinge verso la conquista di altre dimensioni. Gli sarebbe così reso giustizia anche di certe interpretazioni eccessivamente elitarie che non meritò, in quanto la visione marinettiana rivalutata nel tempo appare assai più lungimirante di quanto non sembrò negli angusti limiti della sua epoca.
Casalino Pierluigi, 29.11.2014