IL ROBOT-ADVISOR

Il robot-advisor è poco conosciuto in Italia, anche se rappresenta già a livello globale un fenomeno piuttosto diffuso. Si dice che nel 2018 le masse gestite dalla consulenza automatica dovrebbero attestarsi intorno ai 373, 9 miliardi di dollari. In futuro potrebbero stimarsi su un livello ancora maggiore. Aldilà delle previsioni statistiche, tuttavia, gli esperti si interrogano sulla tecnologia impiegata in tale sistema di intelligenza artificiale. In effetti non c'è dubbio che l'uso del robot-advisor comporta già dei notevoli vantaggi: dalla riduzione dei costi alla facilità d'accesso su più prodotti fino al miglioramento della qualità dei servizi stessi. Ciò premesso, non si manca tuttavia di porre in luce diverse problematiche connesse a questa tecnologia. In primo luogo il rischio per l'utente di non capire i meccanismi sottostanti l'advisor, cioè il fenomeno del cosiddetto "black box). Il robot-advisor, in Internet, appare di facile uso e comprensione; cosa sicuramente positiva: La questione, però, è che il risparmiatore nulla sa dei modelli matematici utilizzati nell'asset allocation. Così il cliente pensa di gestire una situazione che, in realtà, non comprende. Se è vero che non è importante conoscere a pieno i meccanismi di come si ottiene il risultato: Essenziale è , ad esempio, controllare che il metodo sia operativo, coerente, cioè, con il profilo del cliente e gli obiettivi fissati. L'uso di sistemi ignoti al cliente da parte del consulente umano costituisce certo un handicap, ma in questi casi il risparmiatore ha l'opportunità di interloquire con l'esperto e chiedergli spiegazioni. Dagli errori di sistema alla security e ai sistemi passivi il discorso diventa complesso: certamente a soccorrerci l'interazione umana sfuma di molto queste problematiche. Il futuro dell'intelligenza artificiale anche in questo campo resta dunque tutto da scrivere.
Casalino Pierluigi