La felicità è in qualche modo essere un cyborg?



di Fabrizio Ulivieri

Da due giorni su Vilnius nevicava senza sosta. Le strade, le piazze, i giardini, i tetti, gli alberi…e anche il cielo, tutto era bianco e gelido. Eppure quel gelo non intristiva Diego anzi lo rallegrava. Gli dava la sensazione del vero inverno che mai aveva conosciuto a Parma. Lo motivava a scrivere la biografia.
Tutto quel bianco lo rassicurava e lo faceva sentire a casa.
Rūta ….oh come avrebbe potuto vivere senza di lei!
Rūta era l'inizio e la fine dei suoi giorni. Senza di lei non avrebbe avuto tutto quello che aveva ora, che era poco ma a lui pareva infinitamente tanto.
Dalla pittura era passato alla scrittura.
Grazie alla gelosia di Rūta aveva scoperto quel talento che portava in sé, nei suoi codici, senza saperlo.
Aveva cambiato il profilo Facebook. Vi aveva tolto "Pittore" e vi aveva scritto "Scrittore in esilio A Vilnius in cerca dell'identità di un popolo che ancora non abbia smarrito la sua".
Camminava lungo Pilies gatvė, venendo da Rotušės Aikštė. Dopo l' Istituto Culturale Francese la strada, alla fine di Didžioji gatvė nel punto in cui si connette a Pilies gatvė, diventa ripida. Quando nevica si forma uno strato di ghiaccio. Il pericolo è sempre di scivolare e rischiare di farsi male.
Diego era ormai cosciente di quel pericolo e di solito affrontava la discesa con cautela.
Quella mattina però era distratto dai pensieri della Vilnius innevata, della biografia e dal bisogno insaziabile di Rūta.
Vide con gli occhi la lastra di ghiaccio che si profilava davanti al piede destro ma rimase assorto nel suo mondo.
Sentì che emetteva un grido e cadeva a terra. D'istinto alzò la testa evitando di batterla e cercò di buttarsi di lato.
Non capì se il grido avesse preceduto o seguito la caduta.
Si ritrovò steso per terra circondato da un gruppetto di persone che erano accorse per il grido.

-         Viskas gerai, viskas gerai…ačiū, ačiū labai[1] – cominciò a dire meccanicamente mentre una mano lo aiutava a tirarsi su

I due movimenti (alzare la testa, buttarsi di lato) e essere vestito in modo pesante a causa del freddo (maglietta, maglia a collo alto, giacca e cappotto) gli avevano attutito la caduta. Sentiva solo dolore alla parte destra del fondo schiena (il lato su cui si era buttato). Il lato più scoperto (meno vestito) della sua persona.

Viskas gerai, viskas gerai…ačiū, ačiū labai – ripeté ancora alla gente che continuava a chiedergli qualcosa in lituano che lui non capiva.

- Viso gero[2] – salutò e riprese la strada

Forse era stato un po' brusco con la gente che era accorsa in suo aiuto, ma che poteva fare? Parlava poco lituano. Non avrebbe saputo che dire.
Riprese a scendere con cautela scegliendo i passaggi dove era stato buttato il sale.
Ormai la libreria (knygynas) Vaga era in vista.
Piegò a destra, attraversò la strada e si diresse verso la porta di ingresso.
La libreria era divenuto il suo posto ideale dove andare a scrivere la mattina. Vi era tranquillità. Un ambiente internazionale. Sentiva spesso parlare tante lingue.
Soprattutto avevano musica rock, che a lui piaceva ascoltare in sottofondo mentre scriveva.
Vi avrebbe passato la mattina scrivendo come ormai faceva da tempo, dedicandosi alla biografia.
Leggermente zoppicante raggiunse la porta ed entrò.
Stava bene, ma era un po' strano tutto.
Pensò fosse l'effetto della caduta. Pensò sarebbe stato meglio, presto. Alle una avrebbe incontrato Rūta per pranzo e già il pensiero di vederla lo riempiva di gioia.

- Sai Rūta da quando sono caduto stamattina sento che qualcosa è cambiato dentro di me ma non so che che…
- Ti sei fatto male?
- No, solo battuto il culo. Ma sto bene ora
- Ma come sei caduto?
- All'inizio di Pilies gatve, dopo l'Istituto di francese. C'era del ghiaccio, non l'avevo visto ho messo un piede sopra e sono volato per terra
- Mamma mia! Meno male che non ti sei fatto nulla

Il dialogo si svolgeva a Jurgis ir Drakonas una pizzeria in Pylimo gatvė all'ora di pranzo. Di solito andavano a Belgai ma quella volta Rūta aveva voluto cambiare. Voleva mangiare la pizza.

- Ma ti fa male la testa? Ha picchiato la testa?
- No…sono riuscito ad evitare di battere la testa. Solo un urlo e un grande tonfo agli intestini…e poi tutto bene…ma quel tonfo mi come messo sottosopra l'intestino. Ora non ho molta fame. Mi sento gonfio come un pallone. Eppure non ho mangiato quasi nulla per tutta la mattina. Solo due dei tuoi cornetti con un po' di marmellata di avietės[3]. E poi la caduta…


Che fosse l'effetto della caduta?

Fu la mattina dopo la caduta.
Di solito la mattina faceva alcune posizioni dello Zhan Zhuang[4] che aveva imparato in Italia. Aveva problemi allo stomaco quella mattina e doveva spesso andare in bagno. Facendo Zhan Zhuang la situazione di solito migliorava. Il gonfiore sarebbe dovuto quasi scomparire o addirittura scomparire completamente e anche la diarrea.
Aveva lasciato acceso il telefono sulla RT International, la versione spagnola.
Sebbene di solito evitasse di percepire cose dall'esterno e si concentrasse normalmente sui movimenti minimi interni al corpo quella volta la sua attenzione fu còlta dall'intervista.
Stavano intervistando Moon Ribas. Un artista transumanista, cyborg. La prima cyborg del mondo che aveva un chip in un piede capace di sentire i movimenti sismici del mondo.
Il suo maestro di Zhan Zhuang gli aveva spesse volte ripetuto che se mentre faceva la "posizione dell'albero" aveva dei pensieri, non li sopprimesse ma li lasciasse passare attraverso.

- Io mi sento cyborg perché ho un nuovo modo di sentire, che amplifica la mia personalità. Avere questo chip mi permette di sentire i movimenti del pianeta. Il che mi conferisce una personalità altra da chi non può avvertire questi movimenti del pianeta. Io ho una capacità sensoriale che un essere normale non ha

Gli venne in mente che Rūta aveva una sensibilità non comune e che anche lui da dopo che viveva con Rūta, era innamorato di Rūta, viveva in un mondo ipersensoriale fatto di felicità e di tempo che passava velocissimo. Un mondo aperto solo a loro due, dove loro due si bastavano e non vi era necessità di null'altro.
Era un mondo fatto di necessità permanente di vedersi, di sentirsi, toccarsi, baciarsi. Di fastidio appena dovevano separarsi, dividersi. E quando la divisione avveniva subito urgeva il bisogno di incontrarsi.
Era un mondo che aveva creato una piccola frattura fra loro e le figlie di Rūta che avvertivano l'esclusività di sentimenti che legava la mamma a Diego. Erano divenute più egoiste, chiuse in se stesse come contrappasso quasi.
Non era un mondo perfetto la loro felicità. Era un mondo che si sottraeva a universi più vasti e che nel sottrarsi trovava ragione di sopravvivenza ma di felicità al medesimo tempo.
Un'isola di felicità come diceva Rūta.
Era quella la felicità?
Doveva parlare di quella felicità nella biografia?

Moon Ribas aveva detto che cyborg è innanzi la libertà di disegnare se stessi.
Nella biografia avrebbe disegnato Rūta e se stesso secondo una felicità che nasce dal corpo, come le vibrazioni che arrivavano a Ribas dal chip connesso a sismografi lui avrebbe connesso i loro corpi a una visione simmetrica dell'amore.
Da quella simmetria sarebbe dipeso il loro amore. Da una simmetria che si attua perché generata.
Quella caduta all'inizio di Pilies gatve, ora pensava, non era un caso.
Il caso non esiste.
Il caso è un invenzione dei greci per spiegare ciò che non sapevano spiegare.




[1] Tutto bene, tutto bene…grazie, grazie mille
[2] Arrivederci
[3] Lamponi
[4] E' un metodo di allenamento basato su alcune posizioni fisse ma dinamiche, che servono ad accumulare energia e al rinnovo cellulare. Lo Zhan Zhuang implica lo stare fermo come un albero espandersi come un albero ma essere vivo come un albero accumulando energia

https://princasvilniuje.blogspot.it/2018/01/isole-di-felicita-laimes-salos-la.html


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