Politica e Transumanesimo
di Roberto Guerra
Politics Attack
Futuro e politica, nel XXI secolo, è un ossimoro?
Dopo la caduta delle ideologie, tralasciando anche analisi in queste rotte autorevoli (lo stesso Rifkin) la domanda, francamente neppure è lecita; probabilmente, come altre estinzioni concettuali e pragmatiche del millennio scorso.. on topic e in certo modo politico sociale, è il vero baco strutturale della nascente condizione postumana, nella sfera specifica.
Oltre questa dinamica fondamentale macropolitica, in generale e fin dalle origini, la futurologia classica stessa ha sempre più o meno tacitamente denunciato non solo la crisi ma l'esaurimento della Politica come categoria in certo senso autonoma, da sostituire, prima o poi, con il divenire tecnoscientifico e lo sbarco della scienza nella vita quotidiana, con una sorta di Tecnopolitica, magari con la vittoria democratica futuribile.. di un vero e proprio Partito della Scienza.
Perchè è proprio il Tipo Politico che per natura è ormai estraneo ai nuovi paradigmi scientifici.
Ad esempio e noto ormai, nella futurologia transumanista contemporanea, si segnala infatti l'americano Zoltan Istvan, recentemente candidato alle presidenziali Usa 2016 con il Transhumanist Party e successivamente in California con il Partito Libertario.
Più nello specifico italiano, proprio la politica e equivoci tra i due gruppi storici transumanisti, l'Associazione Italiana Transumanisti di Campa, Prisco, Vaj, Pilia e il Network + Transumanisti dei vari Estropico (Fabio Albertario), poi autolateralizzatosi, Giancarlo Stile e David De Biasi, hanno, dopo alcuni anni di grande visibilità e pragmatismo almeno editoriale e congressuale come Rete, quasi esaurito, appunto, dinamiche di Rete stessa per il presente e il prossimo futuro.
A suo tempo, legittime divergenze secondo noi secondarie, di semplici visioni strutturali diverse ma non incompatibili (più umanistico il Network+ e più postumano l'AIT) si sono incancrenite su presunte infiltrazioni reazionarie nel gruppo di Campa, generando, anzi degenerando, tranne pochissimi casi, qualsiasi azione diversificata ma parallela e quindi potenziante (sic!) del transumanesimo futuribile in Italia.
Vecchia questione per gli addetti ai lavori, aggiungiamo soltanto probabili limiti postmoderni conoscitivo e storiografici del Network+ sulla questione, l'arroccamento dell'AIT stessa nel non spiegare con autorevolezza l'equivoco: soprattutto, e poco consapevole tra gli interessati: 1- Una lunga querelle non ancora sopita, francamente off topic, visto che nelle dinamiche strette transumaniste i presunti reazionari dentro l'AIT,di eventuali X strettamente politiche non si segnalano tracce, a livello editoriale o in numerose conferenze e meeting anche all'estero 2. Alla fine semmai, come accennato, sono emersi bachi conoscitivi comuni, scarsa psicologia cibernetica e pragmatica scientifica, regressioni tipicamente intellettuali radical chic all'italiana, confermata da certo autocompiaciuto isolamento di nicchia, se non settario, poco aperto ed espansivo alla comunità stessa intellettuale e scientifica. (Al di là del valore soggettivo e culturale di questi intellettuali transumanisti stessi, indubbio e a volte di stoffa elevata).
Tornando al focus di questo testo, la futurologia .. futura nell'agorà politico, se esisterà (almeno nella sempre passatista e crociana Italia), con la discesa in campo organizzata ovviamente della comunità scientifica, nonostante certo andazzo dei tempo, sarà una logica evoluzione sia, con il trend prevalente attuale, per cambiare le rotte neomedievali e neoprimive e di casta del cosiddetto debole Turbocapitalismo (in Italia anche sempre paleo...), a maggior ragione sul piano strettamente storico memetico e culturale e verso l'avvenire.
Quasi una logica diversamente naturale, vista la struttura dominante tecnoscientifica, in ogni caso (tranne nelle stanze dei bottoni arcaiche politichesi e socioeconomiche prevalenti), sia darwiniana (nell'età postumana) sia paradossalmente marxiana (per le tecnologie e le macchine rivoluzionarie previste dal misconosciuto stesso Marx futurologo. Come abbiamo anche scritto sulla rivista Divenire della stessa AIT alcuni anni fa).
Non ultimo mentre nel resto d'Occidente si segnalano certi futurologi cosiddetti consulenti anche per governi occidentali negli ultimi decenni, con risultati peraltro penalizzati da certo copione finanzocratico prevalente e visibile nella stessa cronaca economica generale ancora in crisi strutturale (in Europa in particolare), tale ruolo in Italia appare semisconosciuto a livello istituzionale (solo timido a livello d'imprese private (al massimo trattasi, tranne eccezioni, di soliti vecchi e burotici economisti), nonostante l'era stessa di Google, Microsoft e Apple...
Immaginiamo ora, amplificando e con un esperimento apparentemente di fantapolitica quali saranno le caratteristiche essenziali e gli obiettivi di un ipotetico Partito della Scienza in Italia (già l'area geopolitica … archopolitica sarebbe quasi un esperimento sotto il Gran Sasso....):
- Innanzitutto, un radicale disprezzo per ogni partito classico oggi esistente nel Mal Paese e nessuna sinergia politichese...
- Un business plan a medio lungo termine per gli obiettivi essenziali e radicali
- Un piano operativo "presentista" di feedback e verifica/auorettifica negli stadi intermedi e il divenire microstorico verso i traguardi programmati
- Politica programmatica su rigorose basi e criteri conoscitivi tecnoscientifici (e umanisti 2.0)
- Automazione, Robotica, Domotica , Intelligenza Artificale semiototali per la pubblica amministrazione e per l'impresa privata, compresi Telelavoro e Smart Working generalizzati
- Reddito minimo di esistenza per tutti gli Italiani
- Nuova Scuola, in particolare dalle medie superiori, dislocata parzialmente, lezioni e professori inclusi, direttamente in piattaforme web apposite.
- Ecoscienza semi totale in tutti i campi della produzione economica possibile
- Macroinvestimenti per la messa in sicurezza idrogeologica del Mal Paese e per la ricerca scientifica in generale
- Abolizione del Senato, del numero dei Parlamentari alla Camera, delle Regioni, delle Province, sostituibili e complementari ai parlamentari con AI e Algoritmi, al post delle province aree villaggi elettronici secondo criteri geopolitici di vicinanza regionale diversi a seconda delle regioni italiane stesse
E cosi via, si prenda quanto sopra come meri input di Brainstorming ma verosimile.
Quanto sopra andrà visto come Opzione 1 privilegiata. Resta il fatto che il default probabile futuro presente del Mal Paese (senza improbabili svolte strutturali nei prossimi anni più vicini) forse imporrà per questioni di ordine pubblico, di esasperazione delle masse popolari, una discesa in campo forzata o persino richiesta dal popolo italiano della comunità scientifica e quindi anche futuribile italiana.
In tal caso purtroppo manca tutt'oggi qualsiasi riflessione o scenario previsonale in Italia degli stessi addetti ai lavori sul come pilotare tale opzione temporalmente provvisoria per salvare la civiltà - persino - in Italia- con obbligate svolte postdemocratiche con il congelamento parziale della dialettica stessa e delle leggi democratiche normali in stato di pace, come se si fosse in guerra., in senso metaforico, ma concreto in caso – riassumendo – di default globale italiano e quindi la nascita puramente tecnica di un governo provvisorio ma con massimi poteri per invertire la rotta sucidale. Ma nessun pessimismo della volontà sinaptica o neuronale.
Come al giovane anche Marx mancavano le macchine intelligenti per l'utopia socialscientifica, vale anche per Platone o per Bacone o per T. More per le loro Repubbliche scientifiche: ecco anche in tale opzione 2 benvenuto il Regno della Scienza, la Repubblica 2.0 (sarà davvero solo per assenza di soluzioni posssibili democratiche "classico-moderne" e soltanto un periodo ragionevolmente breve)
….Altrimenti, per estrema miopia e stupidità umane, se solo AI e Algoritmi pensanti e di potenziale intelligenza più complessa e multitasking evoluta saranno le soluzioni, ebbene, per nostra fortuna saranno più umani degli umani e ce la caveremo, noi, in quel caso ultimi homo sapiens e-o cyborg human.
Altrimenti, peggio ancora per le risposte future ulteriormente d-evolute degli umani stessi, per in certo senso homo natura, la specie umana si meriterà l'estinzione e avanti i nostri radicali eredi darwiniani, AI, Robot, Cyborg che siano! (Naturalmente una provocazione estrema futurista!).