Mary Blindflowers interview: Free Woman 2.0 non stop
di Bruno Mautone
INTERVISTA a MARY BLINDFLOWERS
Chi è Mary? Una descrizione biografica, caratteriale, artistica.
In genere quando si parla di se stessi si esordisce dicendo: "io sono una persona sensibile, delicata, di buoni sentimenti, etc." Invece per capire chi sono io basta una parola sola: Nessuno. In editoria ci sono due tipi di scrittori: i signori Qualcuno che, in virtù di forti agganci pubblicano con la grossa e corrotta editoria, e i signori nessuno che, non avendo la tessera di un partito, non facendo parte di nessun gruppo di potere, di nessuna associazione più o meno cattolica, non essendo di estrazione sociale alto-medio borghese, e non avendo soldi per poter frequentare inutili corsi di scrittura creativa a pagamento, danno alle stampe i loro libri con piccoli editori. Tra parentesi i corsi di scrittura non servono per imparare a scrivere, ma unicamente per ungere l'editor.
Ho un pessimo carattere, mi piace dire sempre quello che penso, e questo non è un atteggiamento vincente nel mondo dei cosiddetti "poeti" e "scrittori". La parola d'ordine infatti è fingere, nella convinzione che, fingendo si abbiano molte più chances di fare carriera.
Descrivere se stessi dal punto di vista "artistico", è sempre molto impegnativo,
c'è il rischio di peccare di presunzione o di falsa modestia, il rischio di non essere capiti o di essere fraintesi. Io non amo molto le definizioni, e etichettature, tipo "poetessa", "scrittice", "pittrice", secondo me sono tutte sciocchezze. Non è che una va al supermercato e quando qualcuno le chiede: "cosa fai di bello nella vita?", possa rispondere, io faccio la poetessa, insomma farebbe ridere i capponi, quindi evito di definirmi. Sarà poi il tempo a decidere se avrò scritto qualche cosa di buono oppure no.
Parlaci delle tue opere letterarie
Ho pubblicato un po' di tutto, narrativa, saggistica, teatro, poesia, con piccoli e sempre diversi editori italiani e l'ultimo libro "La stella nera di Mu", con un editore scozzese, Black Wolf Edition, che ringrazio. La scrittura per me è da sempre un atto creativo spontaneo, naturale come respirare. Non faccio nessuna fatica a scrivere, tranne quella fisica di dover rimanere seduta a digitare tasti e fissare uno schermo di parole in movimento. Se così non fosse sinceramente non scriverei. Penso che non varrebbe neppure la pena. Le mie opere non hanno assolutamente intenti didascalici, moralistici o politici. Mi piace molto la sperimentalità. Per la saggistica adoro indagare su argomenti poco conosciuti, utilizzare per la bibliografia libri rari e curiosi spesso dimenticati dal business, reperiti in qualche mercatino dell'usato, e creare delle mie ipotesi suffragate da prove e testimonianze. La poesia esce fuori da sola, infatti mi porto sempre appresso un taccuino con una penna e prendo appunti, perché nei momenti meno opportuni scatta il verso che mi piace e che ho necessità di riportare su un supporto bianco. Guai se non lo facessi, me ne dimenticherei. Sono intuizioni che vengono in un istante e che in un istante devi fissare, se no svaniscono. A volte mi vengono in mente idee, abbozzi di trame mentre dormo, allora apro gli occhi, mi alzo, anche se magari è notte fonda e prendo appunti, così il giorno dopo posso rielaborarli con calma e lucidità. Amo nel mio piccolo sperimentare, perché per me la scrittura è una continua ricerca, una crescita in cui non si insegna nulla ma si impara sempre qualcosa. Mi piace il simbolo, la surrealtà e dire nei romanzi una bugia per raccontare il vero. I mondi metafisico-surreali che descrivo infatti, non sono trip fini a se stessi, sono speculari al nostro mondo, insomma una scusa per raccontarlo e denunciarne i mali, le storture, almeno dal mio punto di vista.
Vi sono contenuti e\o tematiche che prediligi nelle tue espressioni artistiche?
I contenuti sono molteplici, il procedimento surrealistico. Trovo che sia un sistema fantastico per descrivere i fatti di cronaca attuali in modo creativo e lo utilizzo ampiamente sia nei miei romanzi che nei racconti e nei pezzi teatrali dove uso spesso anche giochi di parole e non-sense. Non amo le ampollosità stile ottocento, né in prosa né in poesia, trovo che sia ridicolo ricalcare stili di altri. Detesto il turpiloquio forzato. Ho un mio stile che può piacere o no. Il tema del sogno è costantemente presente nei miei lavori, è la base da cui parto, l'elemento principe su cui innesto le mie trame. Inoltre cerco di costruire una surrealtà con tanti riferimenti storici e di cronaca ad avvenimenti sia del passato che della realtà attuale, rispettando comunque anche nell'assurdo un certo grado di verosimiglianza che, secondo me, non deve mai mancare. Utilizzo ampiamente il simbolo e procedimenti che sconfinano col grottesco, personaggi curiosi, spesso sopra le righe. Il simbolo rimanda ad una polisemanticità di significati come in un gioco di scatole cinesi. Lo scopo è semplicemente quello di far riflettere e anche di riflettere, è un gioco a due: lettore-scrittore. Io rifletto assieme a chi legge, sono come lui, identico a lui, almeno nel momento della lettura, poi finita la lettura, che è un'illusione, tutto cambia ovviamente e si entra nella dimensione ordinaria dell'essere. Ciascuno riprende la sua pelle e fuori dalla finzione letteraria, tutto torna come prima, purtroppo.
Ho chiesto di espressioni artistiche poiché tu oltre che scrivere, dipingi.
Sì, ho iniziato per gioco anche a dipingere e devo dire che mi piace molto, perché nella manipolazione del colore, della sua materialità trovo la concreta espressione delle mie idee letterarie da cui i dipinti scaturiscono. Un parto naturale. I miei disegni e le mie tele sono volutamente spoporzionate, spesso deformi, oniricamente spezzate, fluttuanti, mostruose. È una scelta stilistica. Credo che il nostro sia un tempo disfatto, omologato, meccanizzato e che anche le arti figurative debbano esprimere le qualità del momento in cui viviamo, un mondo deforme, scarsamente meritocratico, costruito su incubi che il sistema spaccia per normalità. Come per la scrittura anche la pittura, indipendentemente dai risultati, che non sta a me giudicare, scaturisce da un atto spontaneo. Insomma io mi diverto a scrivere e a dipingere e credo che questo non sia poco. Non seguo nemmeno nella pittura canoni estetici tradizionali, anche se sono sicura che veleggiando sul déjà-vu, avrei molto più riscontro e successo, ma non mi importa perché snaturerei la mia essenza, il divertimento che provo nello sperimentare, nello scoprire. Seguo il mio istinto.
Potete visualizzare alcuni miei lavori sul sito: www.antichecuriosità.co.uk
che ospita anche il mio blog Destrutturalismo.
Ho letto il tuo recente romanzo, l'ho trovato molto interessante e anche atipico, quali sono le ispirazioni e le finalità che persegui?
"La stella nera di Mu" è un libro che ha avuto una storia travagliatissima. Doveva essere pubblicato infatti in Italia, con un editore italiano che vanta la distribuzione con Messaggerie e che mi ha presentato un ridicolo e offensivo contratto-capestro che ho rifiutato. Così ho pubblicato all'estero. Il romanzo contiene fortissimi riferimenti cronachistici e filosofico-esoterici, costruito simbolicamente sul filo della mitica Terra di sotto, la famosa Mu. Si tratta di un mondo matriarcale e anarchico. La vicenda si svolge metaforicamente nel tempo di una caduta. Mentre cade, il personaggio pensa e si apre lo scenario di un mondo diverso e speculare al nostro. I personaggi rievocano figure della nostra storia contemporanea, per esempio Nudo ricorda molto da vicino l'anarchico Pinelli, e anche lo stregone che vuole invadere Mu, attraverso la porta del dubbio, non è fine a se stesso. Le descrizioni contengono riferimenti numerologici che hanno lo scopo di arricchire e simbolizzare la vicenda. La finalità è chiarita, sia pur indirettamente, nel romanzo stesso: pensare e far pensare attraverso il motore principe dell'azione che è il dubbio. Il dubbio è croce e delizia del romanzo, il bianco e il nero contemporaneamente, perché consente la crescita e l'evoluzione dei personaggi sia in positivo che in negativo. È un romanzo metafisico, da non confondere assolutamente con il "fantasy".
Di questo romanzo stiamo preparando anche la versione inglese e francese e prossimamente verrà tradotto anche in spagnolo. Per il momento è disponibile in edizione italiana, copertina rigida con sovraccoperta illustrata a colori con un mio dipinto. All'interno ci sono degli schizzi veloci che ho fatto a carboncino a scopo illustrativo. Sono disegni molto istintivi, fluttuanti, a volte spezzati, deformi, volutamente grotteschi, che credo siano in sintonia con il testo.
Se tu dovessi scegliere un movimento letterario o un singolo artista che ti ha ispirato un po' o grandemente ? Idem nella pittura.
A me piace la letteratura simbolica e fantastica, il Calvino de "Il cavaliere inesistente" e de "Il Visconte dimezzato", i meravigliosi non-sense di Ionesco che amo particolarmente, gli esercizi di stile di Queneau, Oscar Wilde e tanti altri. In pittura amo Dalì, Bacon, De Chirico, Bosch, detesto Wharol, la merda d'autore e la signora dei pois che tanto spopola in questo periodo. Leggo moltissimi saggi filosofici ed esoterici. Mi piace Guénon, per esempio, anche se non ne condivido molti punti di vista, leggo con piacere Russel e Camporesi. Sono piuttosto onnivora nelle letture. Però una cosa è il mio gusto, la mia preferenza personale, che può essere anche molto discutibile, perché io non sono nessuno, un'altra l'ispirazione, voglio dire trovo un poco ridicolo da parte di certi autori affermare mi ispiro a questo, mi ispiro a quell'altro. La realtà è che chi scrive o dipinge è influenzato da tutti e da nessuno, ma principalmente da se stesso. Mi dà quasi fastidio citare i grandi per stabilire un legame sia pur solo di ispirazione. Lo trovo quasi inutile, controproducente, una forma di lezioso autocompiacimento.
Come mai hai scelto di vivere in England?
Perché in Italia con una laurea in tasca e una specializzazione appesa al muro, se non conosci nessuno e sei nato povero, fai semplicemente la fame. L'Italia non è un paese meritocratico. Vanno avanti solo mediocri che si legano al potere e gli leccano la suola delle scarpe, gli innocui le cui scempiaggini vengono costantemente amplificate dai media come se fossero oro colato. L'editoria non è affatto estranea alle regola costante ed onnipresente delle raccomandazioni. I poeti non camminano a due a due ma in gruppi compatti e politicizzati, come pesci a movimenti sincronizzati che pensano tutti allo stesso modo. Se osi dissentire o avere idee tue, sei fuori da ogni giro. Non sto dicendo niene di nuovo, sanno tutti come stanno le cose. È un mondo in cui se nasci povero e senza inclinazione al compromesso, sei condannato all'anonimato e all'ostracismo.
Che rapporti hai con l'editoria italiana?
Pessimi. Gli editori italiani sono di due tipi, piccoli e medio-grossi. I piccoli non distribuiscono, spesso e volentieri non ti pagano i diritti d'autore, dato che non c'è a quanto pare nessuna legge che li obbliga, e vanno avanti tranquillamente sfruttando gli scrittori.
I grossi editori ti pubblicano solo se sei raccomandato perché non leggono nulla se non ti presenta nessuno e ti ignorano sistematicamente qualunque cosa tu scriva. Il curriculum non conta nulla, il talento nemmeno, ci puoi fare il decotto e usarlo per rinfrescarti in caso di bruciori, tant'è che scrittori che non hanno mai pubblicato niente nella loro vita, pubblicano subito il loro primo libro coi grossi editori, mentre persone che hanno un ottimo curriculum, non verranno mai pubblicate, né oggi, né domani, né mai dai gruppi che contano. Questo perché non importa quello che scrivi ma conta chi conosci. In Italia è tutto così.
Dove è possibile comprare in Italia il tuo libro La stella Nera di Mu?
Il libro sta iniziando ad essere distribuito anche in Italia, è già disponibile presso la Cartolibreria Volpe a Roma e in tutti i punti Giunti. Chi vuole comprarlo on line può anche prenderlo dal sito:
https://antichecuriosita.co.uk/
oppure dal sito dell'editore:
http://www.bookstore.blackwolfedition.com/la%20stella%20nera%20di%20mu
su Amazon e nei vari siti di libri on line.
Il futuro prossimo dell'artista Mary Blindflowers
Non saprei. Ho fatto due esposizioni d'arte in U.K., aspetto date per nuove prossime esposizioni, spero di pubblicare ancora all'estero. Ho un saggio sull'esoterismo di Pinocchio in traduzione, ho finito un altro romanzo. Si scrive, si lavora più per diletto e per istinto che per gloria, poi chi vivrà vedrà se ci sarà un futuro oppure no. Non ne so molto al momento.
Bruno Mautone
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