Automazione e Rivoluzione... su "L'automazione della produzione" di C. Pisapia

*Nota di Asino Rosso...   A volte i visionari... sono i veri realisti, la storia dimostra spesso questo paradosso...  Ma gli umani dal pensiero magico anche nel caso della rivoluzione elettronica dell'automazione, al potere, appunto imparano poco o molto lentamente dall'esperienza.... Sembra, in piena crisi globale e strutturale contemporanea, nonostante i progressi indubbi della scienza e della tecnologia (unici campi di vero progresso attuale), mera fantascienza, utopia persino ingenua, questa provocazione ma scenario non del 2100..  del futuribile anti-economico... C. Pisapia.  

Invece e lo sa benissimo (e lo sanno quasi i tutti i futuristici)  tutti i bachi attuali apparentemente esito della rivoluzione automazione già come noto in atto), i nodi sono la logica tremenda conseguenza della cecità conclamata alcuni decenni (e da allora) quando alcuni  sociologi non convenzionali (pure celebri e a modo loro persino accademici) parliamo persino degli anni '60, '70. 80  già segnalavano il futuro dell'automazione e dei robot, magari osannati- visto che si parla di bestseller, ma mai presi sul serio nelle stanze e le giungle del potere, non solo conservatrici  anche  cosiddette DEM!

Tutt'oggi , nonostante sempre la crisi,  proprio i DEM sono i principali avversari dei teorici di un qualche reddito bio o di esistenza, in quanto umilierebbe la dignità umana del lavoratore disoccupato, il lavoro sempre come Valore , ovvero sempre pensiero magico e suo corollario naturalmente, dallo sciamano delle tribù ai faraoni  ai segretari del Partito Comunista, sempre una "fondamentale" casta  "religiosa" domimante!

Pure, riassumendo, e Pisapia in questa precisa antitradizione...,  Alvin Toffler scrisse la Terza Ondata negli anni '70-'80,   Marshall McLuhan  pagine sull'Automazione persino negli anni '60.   

Un esempio semplice come prova che la non azione conseguente fin da quegli anni, a livello micro o macroeconomico, di progettare fin da allora scenari futuri per pilotare la fine semivirtuale del lavoro e l'avvento dell'automazione ,  ha avuto (come poi previsto anche tale scenario distopico se le scimmie al potere fossero state, come poi avvenuto e avviene, miopi....) gli esiti  odierni, viene anche (come iperbole indicativa s'intende) dalle cronache ferraresi.  Mentre si inneggia non all'automazione ma al vescovo dei Migrantes, udite udite, in Comune una novità, il Telelavoro.... Nel 2017!!!

Finché, in generale,  non si capirà il ruolo  ieri come oggi della tecnologia in principio e del ruolo strutturale e da un pezzo delle visioni futuribili  da pilotare dinamicamente ma concretamente e anche in senso update a seconda poi degli sviluppi realissimi e concreti, a livello politico ed intellettuale, nessun Change o Futuro reale.

Vuol dire anche scelte di hardware e software mentali, meno arte, meno filosofia, nessuna religione,  ma tecnoscienza, nel suo vero e profondo significato umanistico, mica solo diagrammi o  bit o circuiti integrati....   Trattasi di un aut aut, non di dialettiche parallele che allo stato attuale, anche se infarcite magari di buone intenzioni, esitano soltanto come razionalizzazioni, fughe dalla realtà, fughe dal Futuro.

Allora anche l'economia, almeno in certo senso, la famigerata Moneta o Moneta oggi elettronica, si rivelerà come il Re Nudo, e a tutti, per quel che è: un Simulacro, un codice astrologico, pseudoscienza che però governa ancora incredibilmente il mondo, un mondo plasmato dalla tecnoscienza!  Come pretendere un pesce e non un anfibio almeno sulla superficie terrestre!


fonte  Ferrara Italia  di Claudio Pisapia


http://www.ferraraitalia.it/lauspicio-di-un-futuro-di-benessere-coi-nuovi-paradigmi-economici-nellera-della-robotica-130786.html


ESTRATTO

In un'intervista di qualche mese fa Bill Gates, il fondatore della Microsoft nonché uomo più ricco del mondo, ragionava sul fatto che l'automazione sta portando via posti di lavoro. Questo crea un problema e la soluzione poteva essere tassare i robot e investire i soldi ricavati in formazione per i nuovi disoccupati.
Gates ammette che un'operazione di questo tipo potrebbe però rallentare la crescita delle aziende stesse, se il costo di queste tasse fosse a loro addebitato, in quanto smetterebbero di adottare robot nel ciclo produttivo. Ma proprio questo rallentamento sarebbe auspicabile, visto che ancora non siamo pronti a gestire un mondo così automatizzato.
La proposta della robot tax, in realtà, era già stata rifiutata dal parlamento europeo proprio per il suo effetto negativo sulla competitività: se aumenta il costo dell'utilizzo del robot le aziende non investono in automazione.
Meglio sarebbe, sostiene qualcuno, pensare a un reddito di cittadinanza per sostenere chi in futuro sempre più spesso perderà il lavoro a favore dei robot.

I punti, dunque, sono il lavoro e i soldi. Trovare un altro lavoro a chi lo perde e assicurare in qualche modo un reddito a chi è in cerca per potersi comprare il pane e pagare le tasse. Ma se i robot esistono e si pensa possano sostituire l'uomo, prima o poi lo sostituiranno in tutto, magari lasciando solo piccole aree alla creatività umana. Sarebbe quindi inutile perdere tempo a formare lavoratori visto che tutto prima o poi potrà essere fatto da automi A questo punto, le soluzioni sembrerebbero essere sostanzialmente due: il restringimento della popolazione umana ai padroni dei 'mezzi di produzione', accompagnati solo da quegli indispensabili creativi necessari alla loro perpetrazione, oppure la rinuncia al progresso.
Nel primo caso, il lavoro sarà funzionale agli interessi di sopravvivenza di quella cerchia di superuomini che si saranno accaparrati la conoscenza e il denaro non avrà più senso in quanto i beni e i servizi saranno già di proprietà di quei pochi e quindi non ulteriormente scambiabili e nemmeno utilizzabili come riserva di valore visto che il valore sarà già stato realizzato.
Nel secondo caso, continueremo a scendere in miniera.

Ma proviamo a ripartire di nuovo con riflessione e scenari diversi e proprio da oggi.
Il problema esiste, i robot stanno svuotando le fabbriche e sempre più sostituiranno le professioni, il futuro appartiene all'intelligenza artificiale. Il problema esiste, ma per fortuna non è un problema ma una risorsa, un regalo, una porta su un nuovo futuro che ci potrebbe rendere tutti più felici, più sani, più longevi. L'intelligenza artificiale potrebbe essere la nostra astronave per la galassia del futuro, quella che finalmente ci farà uscire dalle miniere, dalla ripetitività delle nostre azioni quotidiane, dall'andare in ufficio quando potremmo fare le stesse cose, già oggi, schiacciando dei tasti da casa.
Siamo già collegati a reti locali, a reti geografiche, wireless, domotica. Controlliamo dalla nostra sdraio al mare l'allarme di casa e l'impianto di condizionamento, ma anche da comode poltrone l'atterraggio di un robot su qualche luna di Giove. Però pensiamo sia normale nel 2017 correre di buon mattino per passare otto ore su una catena di montaggio e abbiamo paura che prima o poi un androide impasti la malta al posto nostro. Abbiamo paura perché il ragionamento che propone Bill Gates davanti alla porta del futuro è: "chi ci pagherà lo stipendio?" oppure "chi ci darà i soldi per fare la spesa?". Un discorso talmente vecchio da mettere i brividi, come se davanti alla possibilità di respirare aria pulita per il resto dell'eternità mi preoccupassi che le centraline che controllano lo smog potrebbero rimanere inutilizzate.

Il problema nel futuro futuribile, come nel presente invivibile, è la produzione e la conseguente distribuzione delle necessità della vita. La soddisfazione dei bisogni umani e l'impiego delle risorse non sfruttate dovrebbero essere il faro, sempre! Spiegato ai neofiti vuol dire che oggi abbiamo milioni di persone che vorrebbero lavorare, ma per ragioni di controllo delle risorse 

e del loro accaparramento da parte di una piccola parte della popolazione, vengono lasciate a casa. Di conseguenza queste risorse non utilizzate generano l'insoddisfazione dei bisogni (non mi fanno lavorare, non guadagno, non compro, non si produce, non si vende e via da capo), il tutto in un contesto che reclama lavoro (cioè utilizzo di queste risorse): argini dei fiumi da sistemare, strade da pulire, servizi da incrementare, case da mettere in sicurezza sismica, ospedali da ridotare di medici e infermieri, anziani da accudire, etc..

......CONTINUA  FERRARA ITALIA


VIDEO  KRAFTWERK THE ROBOTS

https://www.youtube.com/watch?v=VXa9tXcMhXQ