Napoli, evento: INTERVISTA a Pierfranco Bruni - I FUTURISTI AMAVANO TOTO'--- NOVECENTO DEGLI ANNIVERSARI. Al Circolo Nazionale dell’Unione di Napoli Si celebrano Totò e Pirandello nella Napoli di Scarfoglio con Pierfranco Bruni

    

D- Pierfranco, un grande evento  su Totò......, una amplificazione anticipatoria?

Risposta: "Direi di sì. Anche se dovremmo rileggerlo nella complessità di tutta la sua opera all'interno di un processo che pone in essere teatro, cinema, poesia. Chiaramente ha inventato una maschera ed è stato un grande creatore e ha saputo sdoppiare l'uomo dal personaggio. Sono convinto che in lui la lezione pirandelliana abbia avuto un senso ed è riuscito fortemente a rompere gli steccati delle Accademie perché ha portato in scena la provvisorietà dell'uomo contemporaneo senza tener fede ad una tradizione intellettuale cosiddetta colta. Il teatro soprattutto ha bisogno della spontaneità e della improvvisazione. Saper osservare la ribalta e guardare il pubblico con lo sguardo del personaggio e non soltanto dell'autore. Totò non è stato amato dall'intellighenzia delle sinistre perché era troppo ribelle e il linguaggio viveva fuori dagli schemi. Considerato un non intellettuale. Solamente scrittori come Cesare Zavattini, Ennio Flaiano, Palazzeschi e Pier Paolo Pasolini avevano capito la grande invenzione del movimento e del linguaggio. Totò è stato l'inventore di una parola non solo nuova, ma diversa, perché ha intrecciato dialetti e parlate in un colloquiare unico. L'incontro di Napoli pone in essere alcune questioni. Il recupero di Totò come attore. Il recupero di Totò come creazione e fantasista. La rilettura della malinconia del linguaggio poetico in una forte ironia. La comicità bella e fuori dal volgarismo comune quotidiano dei nostri giorni. Oggi mancando il senso ironico e la vocazione comica si ricorre alla volgarità nelle battute. Totò è un grande e unico. Fa ridere con eleganza.


D- Pierfranco, Totò e lo stesso Alberto Sordi (e non solo..): in vita al massimo sopportati da certa critica ideologica ma stramati dal pubblico, un approfondimento?

Risposta: Alberto Sordi amava moltissimo Totò. In fondo ha seguito con molta attenzione soprattutto il teatro di Totò. Entrambi provengono da una ironia in cui la dolcezza è nelle parole. La parola può essere crudeltà del linguaggio e pesantezza spinta. Sono stati spesso accusati di superficialità e leggerezza. Completamente non capiti. Il contrario di tutto ciò che può essere definito leggerezza. In questo senso credo che Italo Calvino con la "dannata" parola della lezione sulla leggerezza abbia così tanto inquinato il concetto. Totò non è leggere. Sordi non è leggero. Sono espressioni empatiche di una crisi dell'uomo moderno. Non bisogna vivere con leggerezza ma con la pesantezza del pensiero. In un mondo pessimo come il nostro parlare di leggerezza è terribile. Perché si è sempre considerato il ridere il sorridere e il riso come elementi della leggerezza. Completamente falso. Totò faceva ridere con la consapevolezza della dimenticanza. Sordi con la complessità dei problemi. Certo dietro Totò e dietro Sordi ci sono stati impostazioni ideologiche che non hanno amato la loro comicità perché erano e sono rivelatori di realtà. Le ideologie dominanti sono state bugiarde. Totò e Sordi con il riso raccontavano la realtà ed hanno inventato sia un costume sia una lingua. Per questo credo che Totò sia stato un Futurista nel rinnovamento dei linguaggi. Il suo gesticolare è movimento. Il suo trasparente modello comico è Futurismo.

 

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Al Circolo Nazionale dell'Unione di Napoli

NOVECENTO DEGLI ANNIVERSARI CON PIERFRANCO BRUNI

Si celebrano Totò e Pirandello nella Napoli di Scarfoglio con Pierfranco Bruni

 

Napoli celebra insieme Totò e Pirandello. Giovedì 8 giugno si terrà a Napoli il Convegno "Il Novecento degli Anniversari. Da Scarfoglio a Totò, attraversando Pirandello". Il relatore ufficiale sarà Pierfranco Bruni, Responsabile del Progetto Etnie del MIBACT, oltre ad essere uno dei massimi esperti su Pirandello e autore di numerosi saggi – racconti sullo stesso Pirandello, che si pone come obiettivo il confronto tra letteratura, lingue e recita in un percorso antropologico. I lavori saranno introdotti dal Presidente don Agostino Caracciolo di Torchiarolo.

La relazione di Pierfranco Bruni, che si incentrerà principalmente su "Totò e Pirandello nella Napoli di Scarfoglio", intraprenderà un viaggio nel linguaggio e nell'arte di Pirandello, attraversando Totò, Eduardo De Filippo fino ad arrivare a Massimo Troisi.

Tra le suggestive tematiche affrontate da Pierfranco Bruni vi sarà il parallelismo tra Totò e Pirandello nel vivere la vita attraverso il teatro e il cinema riproducendola in un gioco di specchi e maschere. Totò incarna la napoletanità nella gestualità di Scarpetta e nelle gesta di Eduardo Scarfoglio.  Napoli come centro della recita trecentesca, barocca e rivoluzionaria.

Non esiste uno spartiacque tra Pirandello, De Filippo, Totò e Eduardo Scarpetta. La Sicilia e Napoli si stringono intorno al teatro e ai linguaggi in una piazza – agorà che è espressione di un Mediterraneo delle culture. Quella stessa cultura del Mediterraneo che ritroviamo anche in Pirandello legata alla geografia della sua Sicilia, una terra che possiede il suono mitico e simbolico del legame tra Oriente ed Occidente.

Verranno approfonditi anche altri affascinanti aspetti quali "l'umorismo nella ironia tragica del quotidiano" presente in Pirandello, Eduardo De Filippo, Totò e Massimo Troisi; i concetti di "enigma e dell'assurdo" in Totò mutuati da Kafka e Ionesco e la consapevolezza del "tragico nella solitudine delle vite" che accomuna Pirandello e Totò.

 

Seguirà un intervento di Paolo Perrone Burali d'Arezzo, Storico dell'arte, Direttore del Museo del Futurismo e primo 900 europeo "Alberto Viviani-Burali" in Toscana e a Milano che si soffermerà su "Totò nella via dell'Arte. I futuristi l'amavano".

Il Convegno si terrà presso il "Circolo Nazionale dell'Unione" in Via San Carlo, n. 99 a Napoli, Giovedì 8 giugno 2017 alle ore 18:00.