Stefano Rodotà e il Transumanesimo
E' scomparso - dopo una malattia incurabile, Stefano Rodotà figura di spicco e radical libertaria della storia culturale e politico giuridica italiana: certamente un gigante rispetto al nanismo dilagante.
Va da sè, al di là del doveroso e speciale ricordo, a tratti ancora ideologico, ma certamente peccatucci veniali. Semmai da ricordare e rilanciare un Rodotà meno noto: nelle sue ricerche e azioni anche politico culturali giuridiche in questo testo da Micromega, Rodotà precursore anche a modo suo del Transumanesimo, soprattutto nelle sue dinamiche futuribili giuridiche prossimo venture esplorate con rara cognizione di causa e anticipazione. Naturalmente qua e là ci pare di vedere soliti ritardi della cultura italiana nelle sue zavorre ancora ideologiche e paleoumanistiche con a tratti copia e incolla dei soliti bioetici o anarcoidi pseudoprolet attardati, con una percezione dei transumanisti come presunti tecnofili... anche acritici.
Tuttavia Rodotà chiaramente vede il divenire transumanistico o semplicemente futurologico scientifico in progress come un punto di non ritorno pieno di X ma ineluttabile e - a ben leggere- positivo: semmai appunto da regolamentare a seconda del divenire reale che sarà. In ogni caso una analisi di Rodotà significativa sul meme transumanista e futurista sempre più in primo piano anche nelle sue potenziali e probabili evoluzioni ciberculturali profondissime .. anche nella povera Italia ridotta a discutere tutt'oggi di migranti e del futuro del PD (Sic!). E vista la figura contributi di Rodotà certamente ineludibili dallo stesso movimento transumanistico o futuribile italiano come interfaccia fondamentale. (Nota di Roby Guerra)
......un estratto, vedi articolo
Prima di cercare una risposta a questo interrogativo, tuttavia, è bene riflettere sul modo in cui la tecnologia viene oggi nominata, anche per gli oggetti di comune utilizzazione. Si parla, per esempio, di «smartphone». Compare la parola «intelligente». E questo non è un dettaglio, un'indicazione di poco conto, perché si descrive un passaggio – quello da una situazione in cui l'intelligenza era riconosciuta soltanto agli umani a una in cui comincia a presentarsi come attributo anche delle cose, di oggetti di uso quotidiano. Entriamo così nella dimensione dell'intelligenza artificiale, della progressiva costruzione di sistemi in grado di imparare, e così dotati di forme di intelligenza propria. Una prospettiva che inquieta alcuni tra i protagonisti del mondo della scienza e della tecnologia – da Stephen Hawkins a Bill Gates, da Elon Musk a Jaan Tallin – che esasperano i rischi di un'evoluzione che porterebbe a creare sistemi dotati di un'intelligenza che li metterebbe in condizione non solo di creare nuove simbiosi tra uomo e macchina, ma di sopraffare e sottomettere l'intelligenza umana. Si è giunti a dire che si sta «evocando un demone», che ci si avvicina pericolosamente a quella che sarebbe «l'ultima invenzione dell'uomo», dunque a un rischio ben maggiore di quello determinato dalla bomba atomica.
fonte Micromega
temi.repubblica.it Stefano Rodotà è stato uno strenuo difensore della Costituzione, di cui era un profondo conoscitore. Ha attraversato il suo tempo con saldissimi princìpi di giustizia sociale e laicità ed è stato al tempo stesso capace d |