Vittorio Sgarbi domani ad Arezzo inaugura la mostra dello scultore Ugo Riva





Da: ufficiostampasgarbi@gmail.com 

ARTE/MOSTRE/ - Domani alla Fortezza medicea di Arezzo Vittorio Sgarbi inaugura la mostra dello scultore Ugo Riva. 

22 sculture e 7 disegni: un viaggio dedicato all'esistenza umana, dalla materia allo spirito.

 

AREZZO - Domani sabato 24 giugno alle 17,00 negli spazi espositivi della  Fortezza medicea di Arezzo (firmata da Giuliano e Antonio da Sangallo, recuperata all'originaria magnificenza dopo il recente restauro) Vittorio Sgarbi inaugura la mostra «La porta dell'angelo» di Ugo Riva, scultore contemporaneo tra i più noti e quotati del panorama italiano e internazionale.

 

Composta da 22 sculture e 7 disegni, la mostra è un viaggio dedicato all'esistenza umana, dalla materia allo spirito.

Con le sue opere, che nascono da tecniche raffinate di abbinamento e contrasto tra diversi materiali come terracotta e bronzo, in una simbiosi fra religioso e laico che colpisce per significati e bellezza, l'artista porta le proprie riflessioni sull'esistenza, sulla fede e sul destino dell'uomo.

 

Le sculture di Ugo Riva acquisiscono il senso della bellezza che l'artista sa imprimere grazie alla cromìa restituita dai materiali scelti, ai colori apportati in modo sapiente attraverso la propria tavolozza, all'equilibrio dimensionale e geometrico che le masse scolpite individuano con il vuoto circostante.

Di questa mostra resterà a memoria, e come ulteriore sottolineatura del rapporto tra Ugo Riva e Arezzo, l'elsa della lancia d'oro della «Giostra del Saracino» che si svolge a settembre intitolata a Dante Viviani, ingegnere che all'inizio del secolo scorso ha provveduto alla ricostruzione del fronte principale del duomo di Arezzo.

 

La mostra è aperta dal martedì alla domenica con orario 10,00/ 14,00 e 19,00 - 21,00. Fino alle 22,00 tutti i sabato in cui si svolge la Fiera Antiquaria. Chiusura il lunedì.

Main sponsor della mostra ESTRA, con la partecipazione di COINGAS

 

 

Ugo Riva (Bergamo, 9 agosto 1951), dopo una breve esperienza pittorica, dalla seconda metà degli anni Settanta matura la scelta di dedicarsi esclusivamente alla scultura frequentando la bottega di Tarcisio Brugnetti. La sua opera, in questo periodo giovanile, è vicina alle istanze espressionistiche, delle quali in seguito, nel corso degli anni Ottanta, si allontanerà in favore di un approfondito studio e recupero della classicità intesa non come maniera bensì come sorgente viva da cui attingere emozioni e sentimenti da rivivere. Nel corso degli anni Novanta ha notevolmente diradato, nelle opere, i riferimenti alla mitologia e alla letteratura del mondo classico, ma anche nel raccontare la contemporaneità la sua attenzione si è sempre rivolta ai sentimenti e alle pulsioni che disegnano il contorno stesso di una vita umana.

 

l'Ufficio Stampa

(Nino Ippolito)

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