MARINETTI E LA SPIA

Era stata ammirata e osannata al quinto atto dell'Armida di Gluck dagli spettatori della Scala di Milano non solo come una vedette internazionale, ma anche come una maestra di seduzione senza pari. Filippi Tommaso Marinetti e i suoi amici, invece, pur credendo alle sue origini indiane,l'aveva invitata da lui e la sera del 17 dicembre 1911 il fondatore del futurismo la trovò elegante come una pantera. Lieta di esibirsi davanti ad un gruppo di intellettuali d'avanguardia, quella donna non mancò ancora una volta di svolgere il ruolo (a dire il vero malvolentieri ) di protagonista del varietà che tutti gli attribuivano. Nessuno avrebbe potuto immaginare che quattro anni più tardi, Mata Hari, cioè quella signora misteriosa, leggendaria ed affascinante sarebbe stata fucilata per spionaggio. Al secolo l'olandese Margaretha Zelle, al servizio dello dell'intelligence tedesca nel corso della prima guerra mondiale, tra un passato di esotismo, erotismo e di arte della danza, finì i suoi giorni con la colpa di aver contrabbandato la sua nudità al fine di carpire notizie ai francesi. Il conflitto aveva ridotto i suoi impegni mondani, così come l'alone di religiosità orientale e di danzatrice seducente. D'aktra parte, stante l'opinione del tempo, ella stava invecchiando e veniva di naturale riciclarsi in un nuovo ruolo, quello della spia. Ciò non dimeno le prove della sua colpevolezza non furono mai così decisive da giustificarne la condanna alla pena capitale. Pochi dei suoi amanti accettarono, peraltro, di testimoniare in suo favore. Si disse che la sua fine fu il sacrificio della Belle Epoque. Scompariva con lei l'immagine ottocentesca della femme fatale. E persino in punto di morte non si smentì, dicendo di aver sempre amato gli ufficiali e di essere andata a letto con loro per piacere e non per denaro. Come il Titanic affondò, tra lo sguardo degli invidiosi della sua vita lussuosa, tramutando la sua morte in uno spettacolo come sempre aveva fatto in vita.
Casalino Pierluigi