Tecne-economy: il futurologo ATTUARIO
segnalazione di L. Barbieri
fonte Repubblica (e photo) ESTRATTO
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ROMA - C'è una vecchia professione che in un futuro prossimo darà grandi soddisfazioni a chi la sceglie. E' quella dell'attuario, colui che - da definizione scolastica - si occupa di determinare l'andamento futuro di variabili demografiche ed economico-finanziarie, cercando di anticipare la realtà del domani o (meglio ancora) del dopo-domani. Oggi in Italia di attuari riconosciuti (per loro c'è un albo) ce ne sono appena mille, di cui 60 solo all'Inps. Nel mondo stanno superando le 100mila unità, di cui 23mila solo in Europa. Ma la domanda di chi sarà capace di calcolare la probabilità che un rischio sia avveri, è destinata a crescere. E sì perché mentre lo Stato si ritira sempre più dal welfare (sanità e pensioni), assicurazioni, fondi e in genere chi si occupa del risparmio a lungo termine, avranno sempre più bisogno di questo tipo di professionalità. Non solo. Il riscaldamento globale del Pianeta, che già oggi mostra quanti danni è capace di fare, aumenterà le rischieste di assicurarsi contro gli imprevisti, allagamenti, frane, cedimeni del terreno e via dicendo. Tutti eventi che mettono a rischio case, aziende, ospedali, città intere. E assicursi contro tali eventi non riguarderà solo i singoli, ma anche le imprese, gli enti territoriali, le metropoli, dunque un grande mercato. Un lavoro che Benjamin Franklin descriveva così: "L'attuario si pone modernamente e utilmente in un mondo in cui di sicuro ci sono solo la morte e le tasse".
C'è anche un altro elemento che gioca a favore della professione. L'attuario non conosce disoccupazione e in Italia la richiesta è molto altra, spesso superiore all'offerta. Di attuari a spasso ce ne sono pochi. E nei prossimi anni, secondo l'Ordine professionale, la richiesta è destinata a crescere, ferma restando la forte presenza nel settore assicurativo (dove lavora circa il 30% degli atuuari), e in quello delle Authority (dove sono il 5%), le maggiori opportunità si creeranno soprattutto nella previdenza e nei fondi sanitari (22%), nella libera professione (18%) nel mondo della finanza (10%), ma anche nelle imprese non finanziarie (8%) e in altri comparti produttivi (7%).
Ma come si diventa attuari? Una laurea magistrale in Finanza, Scienze statistiche, Scienze attuariali e finanziarie apre la strada alla professione......
C'è anche un altro elemento che gioca a favore della professione. L'attuario non conosce disoccupazione e in Italia la richiesta è molto altra, spesso superiore all'offerta. Di attuari a spasso ce ne sono pochi. E nei prossimi anni, secondo l'Ordine professionale, la richiesta è destinata a crescere, ferma restando la forte presenza nel settore assicurativo (dove lavora circa il 30% degli atuuari), e in quello delle Authority (dove sono il 5%), le maggiori opportunità si creeranno soprattutto nella previdenza e nei fondi sanitari (22%), nella libera professione (18%) nel mondo della finanza (10%), ma anche nelle imprese non finanziarie (8%) e in altri comparti produttivi (7%).
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