W. Sluckin e la psicologia cibernetica ante litteram

fonte La Zona Magazine (a cura di D. Longoni)

di Roberto Guerra

(ESTRATTO)

Edito in Italia nel 1963, in realtà Mente e Macchine – Cibernetica e Psicologia, ebbe le prime edizioni dieci anni prima circa (1954) in Inghilterra e nel 1960 con una versione riveduta e aggiornata.
Parliamo praticamente degli albori della cibernetica, ai tempi già di Norbert Wiener, John Von Neumann, Grey Walter e Marvin Minsky, nomi storici dell'era dei Grandi Calcolatori, di una nuova scienza che poi è in certo senso evoluta nelle successive Computer Science, informatica e Intelligenza Artificiale, robotica  e le neuroscienze,  rivoluzionando anche le scienze sociali,  certa futurologia scientifica, certa Scienza dei Media o Semiotica (quella del russo Y. Lotman in particolare) e finanche certa psicologia (la rivoluzione cognitivista e la stessa AI).
Ecco, appunto, Wladyslaw Sluckin, ingenegnere e psicologo, soprattutto, come indica lo stesso sotto titolo, mentre magari in Italia di certo futuro e dei futuri computer se ne occupava solo Olivetti, in questo splendido esempio di cibernetica per così dire oggi… "vintage". approfondisce se non persino in senso fondativo (con altri ricercatori ovviamente) la Cibernetica come Psicologia, una miniera sorprendente col senno di poi e le evoluzioni successive scientifiche accennate
Un leitmotiv, tutt'oggi centrale nei dibattiti è costante: le macchine elettroniche sono pensanti o potranno diventarlo?
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