I perché della Russia.

Del perché la Russia è la Russia e resta tale sono stati versati fiumi di eloquenza e di infamia, di parole e accuse, di libri e di interpretazioni. E quando si parla di Russia si parla della Russia di sempre, come sempre si è detto e si dice, ieri, oggi e certamente domani. Il primo ministro pre-rivoluzionario, zarista quindi, Conte Witte, diceva nel 1905, quando il suo governo veniva attaccato da tutte le parti:"Il mondo dovrebbe sorprendersi perché noi abbiamo un governo in Russia, non perché abbiamo un governo imperfetto. Con molte nazionalità, molte lingue ed una nazione per larga parte analfabeta, la cosa che stupisce è che possa essere tanto assieme anche con l'autocrazia". A tali fattori interni deve aggiungersi il problema esterno della difesa militare e certamente dello spazio vitale o zone di influenza, retaggio ancestrale della Russia nei suoi rapporti internazionali. Sin dalla cacciata dei Mongoli, lo Stato Russo è rimasto uno stato militare; con ripetute invasioni da nord, sud, est ed ovest, ha cercato di mantenere militarmente e mobilitare la sua popolazione (o le sue popolazioni). E' più che simbolico il fatto che nella Russia sovietica come in quella pre-rivoluzionaria ( e tuttora in epoca post-sovietica), certi gravi reati contro lo Stato, anche se commessi da civili, siano stati (e siano in larga misura ancora) soggetti ai tribunali militari. La persistenza delle medesime condizioni interne ed esterne, tuttavia, non è la sola spiegazione della persistenza di istituzioni politiche e legali simili o analoghe nel corso della storia russa. Ma la circostanza richiederebbe ben altra, articolata e più complessa analisi.
Casalino Pierluigi, 10.12.2014