LE ANIME DELL'ISLAM

Come nella vita del Fondatore e Profeta dell'Islam, Muhammad, si individuano due periodi, quello meccano, più spirituale, e quello di Medina, più materialistico, così nella vita privata e pubblica dei musulmani e quindi della stessa religione islamica si delinearono presto due analoghe tendenza, spirituale e materialistica, dunque. Della prima furono esponenti i Sufi e della seconda i giuristi aulici presso le corti califfali e poi degli ulema o dottori della legge islamica nelle diverse correnti o scuole. Mentre la prima, sempre e fortemente osteggiata aveva finalmente un riconoscimento ufficiale e si imponeva per opera del celebre al-Ghazali, che difese le teorie mistiche, nel rispetto dell'ortodossia,  attraverso soprattutto nel suo trattato "Rinnovazione delle scienze religiose", all'Islam materialistico vanno in larga misura imputate tutte le miserie morali e gli eccessi di ieri e di oggi, a causa delle forti implicazioni e strumentalizzazioni di parte, attribuite prevalentemente all'intrusione nella religione della politica e delle sue logiche di potere: questioni che ogni sano musulmano deplora. L'affermarsi di questa seconda tendenza portò a dimenticare le evidenti sfumature cristiane di al-Ghazali (come magistralmente ha dimostrato lo studioso Giuseppe Celentano, padre domenicano e noto islamologo ora  scomparso). Se è vero, infatti, che al-Ghazali - che pur si disse su vari punti irreconciliabile con il Cristianesimo - le tendenze politico-materialistiche contribuirono, in un connubio altare trono tutto speciale, acuirono e continuano ad acuire il dissidio cristiano-musulmano (che pur esiste), fino a considerare infedeli coloro che, seguendo il Libro, erano stati degni di salvazione e di premio da parte di Allah. Il fatto è, come si è detto, che questo acutizzarsi di posizioni influirono sensibilmente anche altre cause e in particolare le circostanze politico-sociali nelle quali si vennero a trovare cristiani e musulmani e anche perché su questo terreno, fin dall'inizio, l'Islam si preoccupò più che della propaganda religiosa dell'estensione del proprio dominio politico, invocando la religione a instrumentum regni. Inoltre il decadere dei Sufi, che in parte stanno risorgendo per combattere le moderne deviazioni, mise in crisi i valori spirituali, al punto da far credere infedeli coloro che avevano ed hanno a cuore le ragioni profonde del messaggio divino, che, onestamente, è anche radicato in seno all'Islam. Per tornare, e quindi per concludere l'argomento, anche non certamente per esaurirlo, si fa riferimento allo stato naturaliter cristiano del Sufi. Ne è riprova il fascino che sull'animo dei Sufi esercitò la figura di Gesù Cristo (alcune moschee oggi ancora, nonostante le gesta di qualche movimento irresponsabile e prezzolato, sono dedicate a Gesù e a Sua Madre, Maria, venerata nell'Islam). E ciò appare da un passo di et-Tirmidhi, che dice che Muhammad sigillo dei profeti. Lo stesso Ibn 'Arabi distingue Gesù come sigillo della santità assoluta, dal Mahdi, sigillo della santità solo musulmana. Persino al-Ghazali, prima di comporre la sua opera in difesa dei mistici - Ilhya olum ed-Din"- fu negli anni immediatamente precedenti l'invasione crociata - causata in primis dal fanatismo dei Turchi, che subentrarono nel governo agli Arabi - a meditare a lungo nella "zavia Nasriyyah" di Betlem, del cui luogo sentiva tutta l'attrazione spirituale. Da tali nobili anime Muhammad venne onorato, ma non magnificato in maniera distorta come faceva la massa ignorante e supina dei fedeli, dopo tambureggianti propagande a fini politici, poiché quelli vedevano nel Profeta il semplice uomo con tutti i suoi e non piccoli difetti, che ne facevano tutt'altro che un modello da imitarsi, come in vita lo stesso Muhammad spesso riconobbe. Purtroppo tali anime elette sono sempre state un'infima minoranza che non ha trascinato la massa.
Casalino Pierluigi, 16.12.2014