LA POLITICA FUTURISTA. UN'EREDITA' PER IL DOMANI

Il futurismo politico prese le mosse con la Grande Guerra. Il movimento in quei giorni sconvolgenti adottò alla politica lo spirito futurista, fino a poco prima rivolto quasi esclusivamente all'arte e alle sue diverse categorie creative e avveniristiche. "In tre anni di guerra s'è avuto tanti di quegli eroismi da rempir cento volumi...Aboliamo la storia" tuonava Ugo Tommei. L'Italia doveva diventare il laboratorio della rivoluzione della novità all'insegna della velocità e dell'estetica della reazione al vecchio. il ribollire delle manifestazioni futuriste era cominciato. a dire il vero, già nel 1910. Dimostrazioni anti-austriache si erano svolte a Milano nel contesto dell'ansia esaltata ed esaltante di rinnovamento esuberante del costume civile e culturale. Ondate di passioni confuse, ma rivoluzionarie, sconcertano i ben pensanti. Il Prefetto di Milano ironizza, nei suoi rapporti al Governo dell'epoca, sulle iniziative di "adolescenti". Che senso dare, dunque, a tali espressioni di "nemici" delle arti, dei musei, delle accademie, degli istituti di cultura, della musica classica, di tutto ciò che essi considerano (troppo) convenzionale....?". "Essi, senza essere rivoluzionari o repubblicani, amano il rumore e il disordine, odiano la tranquillità e la pace, che chiamano indegne dell'uomo...". "Eppure sentivano vagamente la necessità di svecchiare , di modernizzare, di cambiare, forse oltre le intenzioni, un Paese ritenuto fermo e incapace di guardare avanti con fiducia e coraggio. Anche il futurismo ebbe le sue ombre. Ma grazie alla sua travolgente e incontrollata invenzione, contribuì alla spinta verso la modernità. I successi dell'aviazione, "l'arma azzurra", in fondo, si spiegano ancora oggi con il desiderio di ebbrezza e di trionfo della macchina. Volare era una delle massime futuriste, in anticipo sulle trasvolate atlantiche e poi quelle spaziali del secondo dopoguerra". "Balbo e trasvolatori italiani."Celeste e metallico areoplano", il dipinto di Giacomo Balla del 1931, racchiude in se tutto il messaggio rinnovatore e grandioso della Fenice futurista.
Casalino Pierluigi, 6.12.2014