Il concetto di 'ASABIYYA nel pensiero storico di Ibn Khaldùn.
Al centro dell'opera più importante del pensatore maghrebino, la Muqaddima, il termine di 'asabyiia è stato reso inizialmente con la traduzione ottocentesca del De Slane, con exprit de corps. Altri interpreti lo hanno tradotto, con con poco legittima modernizzazione, nella parola tedesca Ntionalitatsidee. 'Asabiyya è soprattutto, a detta di chi cerca di spiegare il senso attribuito originariamente dallo stesso Ibn Khaldùn, il sentimento di appartenenza, o colleganza e reciproca solidarietà, ispirato dalla lotta per la vita, che abbraccia i membri di ogni aggregato sociale in condizioni primitive, cioè, secondo la celebre distinzione dello stesso Ibn Khaldùn, l' ahl al-badw o nomadi, e quindi il loro più tipico raggruppamento, la tribù. In teoria, dal momento che Ibn Khaldun non pose limiti alla sempre crescente complessità e larghezza della 'asabiyya, da quella che lega singoli gruppi, anzi singole famiglie, a quella del ramo di tribù, alla tribù intera e oltre ancora, nulla vieta che essa possa estendersi tanto da conglobare un'intera stirpe etnicamente definita, coincidendo con la forma più semplice e più povera del moderno "sentimento di nazionalità", che la storia di questi giorni riporta drammaticamente in auge sulla spinta di vicende prevalentemente costruite a tavolino o nelle segrete stanze delle cancellerie. Sulla 'asabiyya si sarebbe fondata la fortuna politica degli Arabi, anche se Ibn Khaldùn non arrivò, forse, a tanto. Il senso comune, compatto ed uniforme di nazionalità degli Arabi è tanto poco chiaro nello studioso maghrebino quanto storicamente debole nelle popolazioni orientali, specie sue contemporanee, e sarà piuttosto inteso come trionfo di una 'asabiyya del gruppo etnico arabo sugli altri, che non come cementazione di un popolo o di un blocco etnico unico, e così nell'altro grande campo dei Berberi, avremo le diverse 'asabiyye contrastanti di altre tribù. Si lasci da parte, dunque, il troppo moderno concetto di nazionalità, altro valore spirituale che i popoli dell'Oriente dovevano appena scorgere nel loro insuperabile particolarismo, per giungere poi alla piena coscienza in epoca successiva, sotto l'influsso occidentale. La discussione, peraltro, su tale argomento rimane aperta nell'Islam e fuori di esso.
Casalino Pierluigi, 21.12.2014
Casalino Pierluigi, 21.12.2014