In La Grande Guerra futurista ebook... IL GIOVANE FILOSOFO FABIO SCORZA

In La Grande Guerra futurista ebook... IL GIOVANE FILOSOFO FABIO SCORZA

AA.VV. La Grande Guerra Futurista. World War I 15-18. centenario. Italo Balbo trasvolatore (La Carmelina edizioni, ebook, 2014, Ferrara-Roma)

pubb

La Grande Guerra 15-18, è in primo piano per il centenario: si susseguono convegni, programmi televisivi, pubblicazioni. In Italia tali celebrazioni o ricordi si caratterizzano per il significato particolare del primo conflitto mondiale che vide l'avanguardia futurista in primo piano . Il libro digitale ebook in questione. a cura di Roberto Guerra e con prefazioni di Graziano Cecchini, Vitaldo Conte, Sandro Giovannini, Paolo Meladri, Antonio Saccoccio (tutti postfuturisti contemporanei) connette la Grande Guerra in una gamma assai ampia con la stessa fondamentale stagione futurista e con l'esito postumo del conflitto (ovvero l'era fascista) focalizzato sull'emblematica figura di Italo Balbo, eroe trasvolatore e uomo di regime. Circa 30 noti autori, scrittori, artisti e sociologi intervengono con apprezzabile spirito trasversale e anti-ideologico: Tra essi Fabio Scorza giovane postfilosofo e collaboratore CINQUEW .. Di seguito estratti chip... in merito dai suoi interventi:


" ..... " (Futurismo e Futurmanesimo): i si possa essere; in realtà non si è mai liberi nella vera concezione del termine... Possiamo comunque allargare i confini del nostro recinto virtuale, che poi tanto virtuale non è! Quindi sono libero di esprimere la mia opinione e apprezzare diverse cose riguardo a questo movimento di pensiero chiamato "Futurismo", il quale si colloca a pieno diritto in un ampio panorama culturale; posso altrettanto esprimere alcune perplessità sullo stesso.

Sicuramente ho apprezzato la gran parte del Futurismo nell'arte figurativa! L'arte del Futurismo era e credo che sia ispirata da una filosofia che si potrebbe definire "del dinamismo": tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. "Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per persistenza dell'immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un cavallo in corsa non ha quattro zampe, ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari". Questo processo ha portato ad un'abolizione nell'immagine della prospettiva tradizionale, a favore di una visione da più punti di vista per esprimere il dinamismo degli oggetti. Una nuova pittura "dinamica", capace di rendere l'idea del movimento, della velocità, di "porre lo spettatore al centro del quadro". Il loro proclama era e credo che sia: "Noi (Futuristi) proclamiamo... che il dinamismo universale deve essere reso come sensazione dinamica... che il moto e la luce distruggono la materialità dei corpi".

Ovviamente questi sono argomenti che meriterebbero un approfondimento e qualche chiarimento, ma non credo che ci troviamo lontani nel modo di pensare l'Universo, ma anzi; abbastanza vicini! Per questo non mi pare il caso di soffermarmi troppo su questi argomenti che posso condividere senza alcun problema. Pertanto, le svariate espressioni artistiche che ne sono derivate, sono, nella gran parte, molto interessanti sotto tantissimi punti di vista.

Tuttavia i futuristi volevano influire in primo luogo sulla vita sociale, sulla mentalità; dunque, prima ancora che di arte, s'interessavano di politica, spettacolo, tecnica, moda, della vita delle masse in ogni sua forma. In questo senso il Futurismo fu un fenomeno pienamente e fortemente moderno. Tale attenzione a vasto raggio sulla vita contemporanea alimentò l'anima eclettica del Futurismo, cioè la sua versatilità d'interessi. La proposta futurista si estese a ogni genere di comunicazione e di spettacolo (fotografia, radio, teatro, cinema, danza).

Dopo il primo Manifesto del 1909, vennero molti altri manifesti dedicati alle varie discipline (pittura, danza, cinema, teatro futuristi) e anche a campi estranei all'arte, come l'abbigliamento, l'arredamento, l'alimentazione, la flora, la matematica, persino i culti funerari ecc.; in una ricerca di libertà che proseguisse attraverso esperienze e linguaggi sempre nuovi. In effetti in quel momento storico il movimento incarnava un bisogno reale di rinnovamento e di proposta, non limitato a pochi intellettuali. Il futurista pertanto si sentiva proiettato in avanti e vivente "già nell'assoluto" e in nessun modo intendeva volgere il suo sguardo al passato. In tutto questo, quello che secondo me può essere discutibile è il fatto che avrebbero voluto cancellare ogni traccia del passato.

Questo discorso non è facile da affrontare e bisognerebbe capire il perché di questa esigenza. Cancellare il passato potrebbe anche essere una cosa positiva: noi siamo il risultato del nostro passato! Potrebbe essere auspicabile di cancellare ogni traccia del passato nel caso che l'umanità si renda conto di aver intrapreso un progresso inadeguato e che intendesse, per tanto, di cambiare radicalmente direzione: in questo caso tornerebbe bene ritornare ad essere dei neonati "senza memoria". Tornerebbe bene di non sapere niente di ciò che pensiamo di sapere.

Tuttavia quello che non è coerente nel ragionamento dei futuristi è il fatto che essi avrebbero voluto cancellare il passato, ma tenersi tutto il suo prodotto: come puoi cancellare una cosa se ne mantieni la prova? Come si sarebbe potuto sostenere quel sapere che essi credevano di sapere se non vi era niente che lo potesse sostenere? Sarebbe stato come rinnegare sé stessi; ogni giorno uno avrebbe dovuto rinnegare il giorno prima. La loro idea poteva andar bene solo nel caso di una presa di coscienza di un fallimento sociale e del desiderio di un cambio radicale di rotta: di una vera e propria rivoluzione culturale...

I futuristi poi ebbero una visione esaltata del progresso che si espresse nell'ammirazione della macchina, intesa sia come strumento della produzione industriale, sia come semovente, la cui entusiasmante caratteristica era considerata la velocità. Anche in questo caso avrei qualcosa da dire, non tanto sull'argomento del progresso inteso solo da un punto di vista esclusivamente materiale e tecnologico, in quanto mi sono un po' abituato a questa visione globale, ma piuttosto il fatto che si pensi anche alla velocità solo come un evento puramente materiale e che le si attribuisca una qualità suprema ed auspicabile.

Riguardo alla velocità c'è un po' da discutere: intanto può essere veloce anche la lumaca più lenta e può essere lento il missile più veloce: tutto dipende dal termine di paragone! Ma quale vantaggio c'è ad andare sempre più veloci? Tanto più si prendono mezzi veloci, tanto più il futuro arriva velocemente e diventa passato. Più i mezzi sono lenti, più tempo ci mette il futuro a diventare presente e il presente a diventare passato. Si ha il tempo di vedere e, forse, comprendere molte più cose. Forse il mezzo migliore per spostarsi sono proprio i piedi, o comunque quello che la natura mette a disposizione ai vari organismi che formano quello che noi chiamiamo realtà e compongono la vita per come noi la conosciamo.

Nel nostro caso i piedi servono a tale scopo e sono perfettamente proporzionati affinché il futuro, il presente e il passato abbiano un tempo giusto e proporzionato alla vita del nostro organismo. Il tempo cronologico, di per sé, vale e scorre sulla base della percezione che ne abbiamo; in effetti a volte ci pare scorra più velocemente, a volte più lentamente. Trovarsi in circostanze radicalmente diverse in un tempo troppo breve, può avere anche gravi conseguenze come, per esempio, arrivare troppo in fretta ad altitudini, o profondità elevate ed inconsuete per l'organismo. Mentre si può arrivare alle stesse altitudini, o profondità con pochissime probabilità di avere gravi conseguenze, solo se ci si arriva molto gradualmente lasciando il tempo all'organismo di adattarsi ai cambiamenti. Pertanto la velocità fisica non è molto auspicabile e sarebbe auspicabile che ognuno andasse alla velocità più idonea alle sue caratteristiche fisiche.

Io non capisco dove tutti vogliono andare con tanta fretta e di corsa: tutti pensano a quello che dovrebbero fare dopo senza preoccuparsi minimamente di vivere l'ora! Il Futurismo si basa molto sulla fisica e poco sulla metafisica è per questo che non ha considerato la velocità anche da un punto di vista metafisico, come anche il progresso.

In conclusione ritengo che il Futurismo abbia inciso moltissimo nella prima guerra mondiale, soprattutto gli scienziati futuristi, come anche ritengo che abbia inciso sulla direzione che il mondo ha intrapreso, soprattutto in campo scientifico e tecnologico. Il Futurismo non disdegnava la guerra, la considerava "la sola igiene del mondo". Sulla guerra ci sono molte teorie e ognuno trova le sue ragioni, io ritengo che in guerra è perdente anche il vincitore e non penso che sia una soluzione per nessun problema, ma allo stesso tempo non posso dire se di per sé sia una cosa necessaria o meno. Noi siamo abituati a dare sempre dei giudizi di merito su ogni cosa, come se esistesse qualcosa che di per sé è giusta o sbagliata; bene o male.

Credo che in realtà noi confondiamo i termini e ci riferiamo, più che altro, a ciò che per noi è appropriato o inappropriato sulla base di quelli che sono i nostri condizionamenti sociali. In genere diciamo ch'è giusto e bene ciò che a noi sembra tale e diciamo ch'è male e sbagliato ciò che a noi sembra così, ma non possiamo sapere se sia così in assoluto e ciò che può sembrarci in un modo, potrebbe essere nel modo opposto.

Non mi metto a fare esempi su questo poiché ritengo che il lettore capisca bene cosa voglio dire, tuttavia uno lo voglio fare: uccidere è una delle cose che si ritengono sbagliate e ingiuste, ma non è sempre così, pensiamo ad uno che uccide per difendersi e non essere ucciso; ha sbagliato a difendersi? Allora, è sbagliato di per sé, o solo in determinate circostanze? Nessuno lo sa e nessuno potrà mai saperlo, non c'è niente che possa essere definito giusto o sbagliato in assoluto, ma si può solo definire in modo parziale e temporaneo ciò ch'è giusto o sbagliato.

Pertanto non considero il Futurismo in modo negativo, o positivo, ma semplicemente considero il Futurismo un movimento di pensiero; un pensiero che, proprio in funzione della sua dinamicità, sappia fare delle interessanti valutazioni sul proprio passato e che ne sappia cogliere i giusti insegnamenti. Un suggerimento che vorrei dare ai futuristi è quello di basarsi un po' meno sul fisico e un po' più sul metafisico.

Effettivamente, per quel poco che ho potuto valutare del "NeoFuturismo", mi pare che siano diversi i futuristi che hanno intrapreso una direzione che va più verso una visione metafisica di progresso: chissà se da questa evoluzione possa nascere il "FuturisManesimo"


(altri autori)INFO

http://www.hoepli.it/ebook/la-grande-guerra-futurista/9788896437872.html